L’AgCom ha avviato un percorso di analisi del mercato per accertare posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo nel settore della pubblicità online.
Al termine del percorso, se riscontrate anomalie, verranno adottate le misure previste dall’art. 43 del DL 177/2005 (il cosiddetto ‘Testo unico della radiotelevisione’), ovvero “un atto di pubblico richiamo, segnalando la situazione di rischio” o, nel caso di posizioni dominanti, intervenendo “affinché esse siano sollecitamente rimosse”, inibendone la prosecuzione, imponendo dismissioni di aziende o di rami di azienda.
La decisione, si legge nel comunicato AgCom, è stata adottata in concomitanza con la conclusione dell’indagine conoscitiva sui Big Data e il provvedimento conclude “un lungo percorso di analisi e approfondimento” svolto negli ultimi anni sulla pubblicità online anche nel contesto del programmatic, il consumo di informazioni online, la disinformazione e gli approcci di autoregolazione al pluralismo, la filiera dei contenuti fake, le linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale.
Il presidente uscente dell’AgCom, Anglo Maria Cardani, aveva annunciato nella sua relazione annuale l’avvio di un’analisi del mercato della pubblicità online stimando la raccolta delle piattaforme ormai vicina alla soglia dei 3 miliardi di euro. La situazione del mercato italiano non dovrebbe essere molto dissimile da quella di altri dove – a cominciare dagli Usa – si stima che Google e Facebook da soli valgano il 60% del totale digital advertising.