Gli utenti hanno pieno diritto di decidere se vedere o meno la pubblicità sul proprio computer, AdBlock Plus non è illegale e Eyeo, la società che lo gestisce, non pratica estorsione nei confronti delle aziende che vogliono entrare nella ‘whitelist’.
L’ha decretato un giudice del tribunale di Amburgo chiudendo la causa intentata dagli editori Zeit Online e Handelsblatt secondo i quali la società tedesca Eyeo avrebbe praticato estorsione nei loro confronti, costringendoli a pagare per mostrare le inserzioni sui loro stessi siti.
AdBlock Plus infatti permette alle aziende di entrare nella ‘whitelist’ a fronte di un pagamento e della rinuncia ai formati più invadenti. Cosa del tutto lecita secondo il giudice, motivando che sono gli utenti finali a dover decidere quello che vogliono vedere sul proprio schermo, installando volontariamente l’applicazione.
La vicenda non è finita però, gli editori faranno ricorso contro uno strumento che “lede la libertà di stampa”.
Riguardo alla legalità della whitelist, il giudice non si è pronunciato: è infatti gratuita per siti e blog di piccole dimensioni, mentre è a pagamento per le grandi aziende come Google, Microsoft e Amazon che vi fanno ricorso. Secondo il Financial Times, il 5% degli utenti internet nel mondo fa uso di software ad-block, le cui installazioni sono cresciute del 70% lo scorso anno soprattutto tra i giovani.