Primo locale a Milano all’inizio del 2017, poche parole sulla tipologia del negozio danno qualche indizio sul posizionamento di ‘lusso accessibile’, con un’esperienza visiva “impressionante”
Dopo i fake dei mesi scorsi, con tanto di pagine Facebook che se da un lato hanno preso in giro migliaia di fan dall’altro hanno confermato all’azienda il reale interesse del mercato, Starbucks ha annunciato ufficialmente lo sbarco in Italia in collaborazione con Percassi in qualità di licenziatario e gestore dei negozi.
Il primo aprirà a Milano nei primi mesi del 2017, ne seguiranno a breve altri a Verona e Venezia. La nota diffusa sottolinea “la grande umiltà e il rispetto” con cui l’azienda vuole portare la sua esperienza nel mondo del caffè – 23mila negozi in tutto il mondo – in un paese come l’Italia nel quale il caffè fa parte della cultura.
Non è noto il luogo preciso dove aprirà il negozio di Milano, ma il ceo Howard Schultz ha dichiarato che “dovremo realizzare un’esperienza visiva impressionante, superata solo dalla qualità del caffè. A livello visivo, dovrà essere un luogo molto seducente disegnato con una minuziosa attenzione ai dettagli”.
Poche parole che fanno immaginare come il negozio potrebbe caratterizzarsi come luogo d’esperienze e di ‘lusso accessibile’, e non solo per prendersi un caffè o un cappuccino che non reggerebbero la concorrenza dei bar di quartiere o di locali storici. Per intendersi, qualcosa di simile alla Starbucks Reserve Roastery and Tasting Room di Seattle, dove assaggiare caffè monorigine e seguire il processo di lavorazione dal chicco alla tazzina.
L’azienda ha anche raccontato con abbondanti aneddoti come molto di quella che è poi diventata l’esperienza tipica di Starbucks si debba al viaggio che 33 anni fa il ceo Howard Schultz ha compiuto a Milano e Verona, segno di come l’apertura in Italia – invece che un ‘affronto’ – vada considerata come un omaggio e una “chiusura del cerchio”.