Un team di Google Trends ha analizzato le tendenze nell’area Emea che raccontano il sentiment delle persone sulla congiuntura economica. Oltreoceano, Aluma Insights invece ha analizzato l’intenzione di spesa verso lo streaming
L’inflazione, l’incertezza economica e la crescita fuori controllo del costo dell’energia stanno preoccupando tanti cittadini che, al ritorno dalle vacanze (per chi le ha fatte), stanno rivedendo consumi e stili di vita. E, come prima cosa, chiedono a Google.
Un team di Google Trends ha dunque pensato di analizzare le ultime tendenze nell’area Emea rappresentative del sentiment delle persone sulla congiuntura economica, spigolando tra milioni di ricerche. Tre le tendenze individuate, utili per i marketer per rimanere al passo con i tempi e intercettare i comportamenti dei consumatori.
L’ABC dell’educazione finanziaria. l’Italia è particolarmente messa male quando a educazione finanziaria ma in tutto il mondo è cresciuta la domanda “che cos’è l’inflazione”. Dell’aumento dei prezzi si vuole sapere il perché, quindi è cresciuta del 20% la variante “why” connessa a “expensive”. E’ cresciuta ovunque anche la domanda “what can I afford” (“cosa posso permettermi”)
A seconda della situazione dei singoli paesi, le ricerche assumono un carattere più locale. In Italia nel 2022 è stato digitato molte volte “bonus come richiederlo”, in Uk ha tenuto banco “why is butter so expensive” (“perché il burro è così costoso”), in Germania l’allarme generalizzato sui prezzi genera preoccupazione e in Sud Africa ci si chiede quanto aumenterà il prezzo del carburante.
Risparmio e sostenibilità. La seconda tendenza mostra l’inaspettata alleanza tra l’inflazione e la sostenibilità, visto che le alternative più economiche emerse dalle ricerche dei consumatori in cerca di risparmio sono anche le più vantaggiose per l’ambiente. Tra gli esempi più rilevanti, la crescita delle ricerche di abbigliamento, oggetti personali e prodotti di seconda mano connessa al boom delle app di resell. Cresciute anche le ricerche delle soluzioni per risparmiare energia, e in particolare degli orari più economici per far andare la lavatrice, insieme ai prezzi dell’elettricità ora per ora (rispettivamente in Spagna e Danimarca) e cosa si risparmia a spegnere lo scaldabagno (Sud Africa).
Piccoli lussi. Accanto all’aumento delle ricerche di prodotti economici, ad esempio “en ucuz derin dondurucu” (“congelatore più economico”) in Turchia e “billigt kaffe” (“caffè economico”) in Svezia, sono cresciute anche quelle connesse a piccoli piaceri e lussi, magari riferite ai prodotti entry level dei brand del lusso come occhiali, profumi e biancheria intima. Per i grandi acquisti, aumenta l’interesse verso incentivi che possano sostenerne l’acquisto o si rimanda a tempi migliori. In Italia si cercano “incentivi auto elettriche”, “subventions panneaux solaires” (“sovvenzioni per pannelli solari”) in Francia e “subsidie warmtepomp” (“sovvenzioni per pompa di calore”) nei Paesi Bassi.
Lo streaming alla prova dell’inflazione. In Usa il 26% delle persone ha tagliato la spesa
Negli ultimi sei mesi l’inflazione ha portato i cittadini statunitensi a rivedere le proprie spese, inclusa quella per la tv a pagamento, sia in streaming che non.
Lo dice uno studio di Aluma Insights, secondo cui il 26% delle famiglie ha cancellato o rivisto al ribasso i servizi svod o di pay tv a cui sono abbonate. Il 19% l’ha fatto per un servizio svod, il 16% per la pay tv e il 9% (non incluso nel conteggio finale) li ha tagliati entrambi. Tra le persone tra i 25-44 anni aumenta la propensione alla riduzione delle spese, con il 28% che elimina o riduce servizi svod e il 19% la pay tv, per non parlare di chi ha un reddito inferiore ai 30mila $ all’anno. Gli over 65 hanno invece un approccio più conservativo (8% svod, 11% pay TV).
