Le azioni che raccolgono più consenso tra gli italiani sono quelle concrete per evitare di supportare il conflitto o a sostegno di chi è colpito dalla guerra
A un mese dall’inizio della guerra in Ucraina YouGov ha realizzato anche in Italia un sondaggio Cawi per capire cosa si aspettino gli italiani da aziende e brand. La metà dice che dovrebbero prendere posizione, con un altro 32% che non pensa sia necessario ma ritiene che le aziende possano farlo e solo il 10% considera che non dovrebbero fare alcun che.
Tra chi pensa che le aziende debbano o possano prendere posizione, le azioni che raccolgono più supporto sono quelle concrete per evitare di supportare il conflitto o a sostegno di chi è colpito dalla guerra.
Al primo posto c’è “avviare una transizione energetica in modo da non dipendere da forniture provenienti da zone di conflitto”, per il 56%, seguito da “rimuovere i fornitori russi” al 49%.
Donazioni ad associazioni umanitarie e iniziative a supporto dei dipendenti colpiti sono appaiate sopra al 40%. Interrompere le operazioni in Russia, ma continuare a pagare i dipendenti raccoglie più consenso rispetto a interrompere le operazioni licenziando i dipendenti (37% vs 28%).
Aziende che supportassero il governo russo sarebbero boicottate dal 43% dei rispondenti, mantenere fornitori legati a quel governo o continuare le operazioni come se niente fosse genererebbero il boicottaggio da parte del 23% mentre un ulteriore 22% ridurrebbe gli acquisti.