Secondo il sondaggio di YouGov solo il 26% degli italiani si disabbonerebbe per non pagare un canone più alto, mentre il 52% accetterebbe di buon grado le inserzioni pubblicitarie. Solo gli spettatori più adulti la rifiutano, con concentrazioni più alte di chi si disiscrive o sceglie di pagare di più
Tre italiani su quattro sono disposti a vedere pubblicità sulle piattaforme di streaming, a patto che questa attenzione permetta loro di contenere la spesa.
Lo dice YouGov che ha pubblicato uno studio per indagare quanto gli italiani sono disposti a scendere a patti con la pubblicità, anche a fronte della decisione da parte dei principali player di introdurla con piani alternativi per chi non vuole o non può spendere più di una certa cifra per guardare serie e film.
L’offerta con pubblicità di Netflix a breve compirà un anno dal lancio in Italia, a fine settembre si è aggiunta quella di Now, mentre dal 1° novembre arriverà quella di Disney+. L’offerta analoga di Amazon Prime Video arriverà poi nel 2024.
Prime Video, secondo YouGov, è la piattaforma più utilizzata dal 50% degli italiani, dato che aumenta nella fascia di età 45-54 (61%). Al secondo posto Netflix (48%), maggiormente utilizzata tra i più giovani, in particolare nella fascia di età 18-24 (59%) e 25-34 (62%). A seguire Rai Play (36%), più usata dagli over 55 (42%); Disney+ (23%) che, invece, trova un più ampio bacino di utenza tra i giovanissimi (18-24 anni), di cui il 40% afferma di utilizzarlo.
Davanti all’ipotesi di pagare di più, la pubblicità diventa immediatamente più gradita con più di un italiano su due (52%) che preferirebbe vederne un po’ per non pagare un prezzo più alto, il 26% disdirebbe e solo il 16% accetterebbe di pagare un canone maggiorato.
L’atteggiamento del pubblico presenta delle peculiarità a seconda della piattaforma usata: chi ha un abbonamento ad Amazon Prime Video mostra dati in linea con la media della popolazione (vedi sopra), salvo un 23% dei 45-54enni che accetterebbe di “pagare un prezzo più alto per saltare la pubblicità”, contro il 13% degli over 55. In più, il 60% degli abitanti del sud dichiarano che preferirebbero vedere la pubblicità per non pagare un prezzo più alto.
Scenario analogo per Netflix, dove però il 19% degli utenti accetterebbe di pagare di più per non vedere la pubblicità. Le differenze si registrano per la fascia di età dei 55+, di cui il 28% sarebbe disposto a disdire il proprio abbonamento. E ancora, il 31% degli abitanti del Nord Ovest preferirebbe fare disdetta.
Riguardo le piattaforme di musica e podcast, lo scenario presenta molte similitudini con quello descritto per i servizi di streaming video.
Nel caso dell’audio, dove il piano con advertising è già abituale per diverse piattaforme, il 48% degli utenti accetta di avere interruzioni commerciali piuttosto che pagare un prezzo più alto al fine di saltarle, il 20% si dichiara disponibile a pagare un prezzo più alto, contro più di un quarto dei rispondenti (28%) che addirittura smetterebbe di usufruire del servizio.
Anche qui, la fascia di età più senior è meno incline ad accettare di pagare un abbonamento maggiorato di prezzo, contro i giovani e giovanissimi maggiormente favorevoli a farlo.