Al Dmexco, in corso in questi giorni a Colonia, Google ha presentato i risultati della ricerca “Privacy by design: the benefits of putting people in control” condotta insieme a Ipsos su un campione di 20.000 europei, quasi il triplo dell’analoga ricerca svolta nel 2021.
Secondo lo studio, dare alle persone il controllo sui loro dati non è sufficiente ma bisogna aiutarle anche a percepire di avere questo controllo per aumentare la fiducia e generare la preferenza per un determinato brand.
A illustrare i risultati è stato Matt Brittin, Presidente di Google Emea: “L’impatto di un’esperienza negativa in termini di privacy supera notevolmente quello di un’esperienza positiva. Ciò significa che, una volta che il danno è fatto, offrire un’esperienza ottimale relativa alla privacy non farà comunque tornare i clienti. Garantire fin da subito un’esperienza incentrata sul rispetto della privacy si traduce invece in risultati eccellenti, visto che le persone preferiscono acquistare da marchi che offrono loro un maggiore controllo”.
Quasi tre quarti (71%) hanno dichiarato che preferirebbero acquistare da brand che sono onesti su quali dati raccolgono e perché, dato che raggiunge l’82% tra i partecipanti che si sono definiti “scettici” rispetto ai dati raccolti dai brand e alle modalità di utilizzo. E più di quattro su dieci hanno dichiarato che sceglierebbero di passare al marchio di seconda scelta, se questo offrisse loro un’esperienza migliore in termini di privacy. Aumenta anche la fiducia verso una marca dopo un’esperienza positiva. L’impatto negativo di un’esperienza scadente relativa alla privacy si è rivelato dannoso quasi quanto quello di una violazione dei dati.
La regola delle tre M – meaningful, memorable, manageable – è l’approccio consigliato ai brand per apportare i cambiamenti necessari: ad esempio, chiedere alle persone come (e con che frequenza) volevano che venissero ricordate le loro preferenze (“memorabile”); inviare un’email di sintesi sulla gestione della privacy (“memorabile” + “gestibile”); chiedere il consenso per la personalizzazione di un sito web (“significativo” e “gestibile”).
La combinazione di queste tecniche ha portato a un aumento del 37% della percezione di controllo. E’ inoltre aumentata la fiducia riguardo alla condivisione dei propri dati personali (+11%), la positività della risposta emotiva (+27%) e la pertinenza percepita (+11%) nei confronti degli annunci mostrati.