Deloitte: il lockdown uno spartiacque tra passato e futuro che definisce i consumatori del ‘new normal’

Molte delle attività digitali intraprese dagli italiani durante la prima ondata della pandemia non cambieranno, ma la disinformazione sulle nuove tecnologie rimane alta

Secondo il ‘Digital Consumer Trends 2020’ (così è stato ribattezzato il precedente Global Mobile Consumer Survey) di Deloitte 8 italiani su 10 sono intenzionati a continuare a occupare il loro tempo con una vasta gamma di attività digitali cui si sono abituati durante il primo confinamento. Hanno imparato molte cose, dice lo studio che è stato condotto in 22 paesi analizzando i nuovi comportamenti digitali di oltre 35mila persone, per esempio a gestire i servizi sanitari direttamente da smartphone (+10 pp), ma nonostante questa evoluzione rimane alto il livello di disinformazione. In Italia il 28% (contro una media europea del 21%) crede infatti che il 5G comporti rischi per la salute, una percezione falsa che colpisce soprattutto la fascia dei 45-54enni (34% vs 18% dei 18-24enni).

Shopping, banking e streaming. Tra gli elementi di discontinuità rispetto al futuro, Deloitte indica la maggiore frequenza di shopping online (per 2 rispondenti su 5) e di operazione di online banking (il 25%ha eseguito più operazioni) che hanno ormai conquistato gli italiani al punto di non poter più farne a meno. Il 35% ha guardato molti più film e serie in streaming su piattaforme SVOD e 2 su 3 vorrebbero continuare a farlo con la stessa frequenza.

Salute online. Molte operazioni effettuate con lo smartphone hanno registrato tassi di penetrazioni importanti presso tutte le fasce d’età rispetto all’anno precedente, ma secondo lo studio l’evoluzione più incisiva è legata alla gestione dei servizi di assistenza sanitaria, aumentata di 10 pp in 12 mesi e che interessa 1 rispondente su 4, in linea con la media europea. La salute è stata molto rivalutata, anche nella vita quotidiana, facendo aumentare la ricerca di informazioni, ma il livello di disinformazione, che permette tra l’altro la diffusione di notizie false, è alto.

La privacy degli altri. Se la contropartita fosse la revoca delle restrizioni imposte dal governo, l’attenzione alla tutela della privacy crolla per buona parte degli intervistati: il 60% degli italiani si dichiara favorevole all’utilizzo di videocamere sensibili al calore in luoghi affollati (contro il 49% della media europea), ma se la tecnologia viene usata per monitorare direttamente posizione e spostamenti degli individui la propensione diventa più contenuta e solo 2 su 5 sarebbero favorevoli a condividere informazioni generate da smartphone e altri dispositivi, mentre 1 su 3 si oppone.

Deloitte: il lockdown uno spartiacque tra passato e futuro che definisce i consumatori del ‘new normal’ ultima modifica: 2020-11-26T10:36:12+01:00 da Redazione

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