La ricerca sui trend di We Are Social quest’anno analizza come cultura digitale e comportamenti delle persone si influenzano reciprocamente, mettendo in luce le opportunità che si aprono per i brand all’interno di questo sistema
We Are Social presenta la settima edizione di Think Forward, la ricerca annuale sui trend di comportamento delle persone che influenzano la comunicazione dei brand.
I rapidi cambiamenti avvenuti nella nostra società nell’anno passato hanno portato a un’evoluzione del rapporto tra le persone e il digitale, aprendo le porte di nuovi mondi che stanno ridefinendo la realtà. Intitolata “Brave New Worlds”, l’edizione 2022 di Think Forward esplora come cultura digitale e comportamenti delle persone si influenzano reciprocamente, mettendo in luce le opportunità che si aprono per i brand all’interno di questo sistema.
La ricerca nasce dal lavoro del team di Cultural Insights dell’agenzia, composto da più di 50 specialisti provenienti da tutti gli uffici del network, che ha individuato e approfondito le tendenze per l’anno a venire.
I trend di Think Forward 2022 sono cinque:
1) In-Feed Syllabuses
In tutto il mondo, le persone che utilizzano i social media sono più propense a dire di aver imparato delle abilità pratiche dalle piattaforme social piuttosto che all’università (il 57% contro il 51%). Le piattaforme social diventano uno spazio per la formazione da autodidatta – dalle nuove lingue all’autodifesa – dove mettersi alla prova con esperienze di apprendimento (e intrattenimento) innovative. Per i brand si aprono nuove opportunità di fare cultura e trasmettere conoscenze, ma anche di influenzare le proprie audience attraverso messaggi valoriali dalla rilevanza sociale.
2) The Vibe Economy
L’incremento nella fruizione di video sui canali social unito a un maggiore desiderio di connessione post-pandemia ha dato spazio a una nuova forma di creatività: il focus non è più sul solo racconto delle emozioni, ma sulla capacità di coinvolgere le persone attraverso un vero e proprio scambio emotivo. Considerando che il 30% dei 18-34enni afferma di usare i social media con l’audio attivo più ora che prima dell’inizio della pandemia, questi si rivelano lo spazio più adatto per esprimere questa nuova creatività. E può essere utilizzata dai brand per suscitare e legarsi ad emozioni specifiche nelle persone, avvicinandosi alle community.
3) Prime-time Platforms
Nel panorama dell’intrattenimento attuale, i social media non sono più solamente un “secondo schermo”. Infatti, secondo i dati di TikTok, il 35% delle persone afferma di aver guardato meno TV e utilizzato meno servizi di streaming da quando ha scaricato l’app. Le emittenti possono usare questa tendenza a loro vantaggio, lavorando con influencer e creator, mentre i brand possono avvicinarsi maggiormente alle persone grazie allo storytelling online e gli spazi di intrattenimento social-first.
4) Social Cynicism
I social media sono diventati un po’ prevedibili: il 43% delle persone appartenenti alla Gen Z concordano sul fatto che gli algoritmi hanno un impatto negativo sulla loro fruizione di contenuti. In risposta, i creator stanno “reagendo” ironizzando sui linguaggi e formati più comunemente utilizzati nella comunicazione, offrendo allo stesso tempo qualcosa di innovativo. I brand possono ispirarsi a loro per coinvolgere le persone in modo rilevante.
5) New Materialists
Dagli NFT alle skin brandizzate di Fortnite, l’acquisto di beni digitali è ormai una realtà e sempre più persone ne comprendono il valore: ad esempio, il 33% della Gen Z ha scelto di investire in un capo di abbigliamento digitale. E se è vero che questa nuova frontiera rischia di ridefinire il concetto di “status symbol” nella vita online, è anche vero che sta offrendo la possibilità di ripagare i giusti diritti sulle creazioni digitali. Il potenziale per i brand è illimitato, ma affrettarsi per essere tra i primi potrebbe non essere la strategia migliore.