Per Vittorio Bucci, ceo di InMediaTo Mediaplus, la sigla che fa capo al gruppo tedesco Serviceplan, la ‘fase 2’ è un immenso esperimento sociale di responsabilità individuale. Ha accelerato anche la piccola imprenditoria che permette di fare micro-marketing e sperimentazioni
Abituato a guardare le cose prima dal lato positivo, il CEO della sigla che fa capo al gruppo tedesco Serviceplan, dice che la crisi da covid-19 “ha dato un’ulteriore spinta in avanti alla parte consulenziale del nostro lavoro, su cui abbiamo investito anche con la creazione della Casa dei Dati alla fine dello scorso anno”.
Ma poiché Vittorio Bucci è anche realista, nota che la crisi ha ulteriormente accelerato anche la navigazione a vista “che non è la cosa più facile del mondo, anche perché non riguarda solo le previsioni degli investimenti, ma anche l’aspetto più squisitamente imprenditoriale dell’assetto di un’agenzia”.
A proposito di investimenti, aggiunge che a suo parere – e con il supporto di quanto emerge anche da un’importante ricerca in progress – il sondaggio con cui BrandNews ha provato a quantificare la magnitudo della recessione è ancora molto attuale, non solo sul piano del ‘sentiment’ ma anche nelle percentuali.
Quel sondaggio, dice, è arrivato quando più si aveva fame di numeri “che indicassero le direzioni del mercato ben oltre il perimetro del nostro portafoglio clienti”. Quello dell’agenzia media guidata da Bucci – che a febbraio ha vinto la gara De’Longhi per Europa e Medio Oriente – ricco di clienti food “non ha subito molti scossoni, ci ha permesso di non fermarci e di tenere, così come l’ampia quota di investimenti digitali gestiti”.
Un rallentamento, evidentemente, c’è stato, ma Bucci dice viene utilizzato come momento di riflessione “per accelerare ulteriormente sui servizi di consulenza che si basano sulla ricerca”, come testimonia l’hub di raccolta di informazioni che, utilizzando fonti diverse, affianca il percorso di analisi e monitoraggio continuativo sugli effetti del covid-19, in parallelo alla strategia internazionale del gruppo che sta lavorando molto sull’interpretazione di dati e fenomeni, come la cosiddetta ‘fase 2’ che per Bucci è “un immenso esperimento sociale di responsabilità individuale”, ma anche prima, con il lavoro in remoto.
“Lavorare per task e obiettivi e non per il controllo subìto: le aziende stanno funzionando e anche in settori merceologici molto differenti. È effetto di un cambiamento strutturale dell’organizzazione aziendale, importante quanto l’accelerazione digitale della piccola imprenditoria che permette di fare micro-marketing e sperimentazioni”.
In queste settimane InMediaTo Mediaplus ha lavorato per il cliente Decathlon al varo del servizio DecaDrive, per la consegna ‘drive through’ degli acquisti fatti online senza scendere dall’auto, e della declinazione italiana dell’app Decathlon Coach, che dà al retailer una dimensione di servizio, un po’ come ha fatto Nike con la sua Training App.
“La componente di servizio è uno degli aspetti legati alla piccola imprenditoria su cui stiamo lavorando molto con Develon Digital, altra agenzia che fa parte della Casa della Comunicazione, per lo sviluppo d strumenti di contingentamento delle code e la prenotazione dell’ingresso in negozio e che vengono proposti a diversi operatori”.