L’evoluzione della diffusione del coronavirus e soprattutto della consapevolezza che stanno assumendo i principali mercati cambia di giorno in giorno.
Si basa dunque su un terreno instabile l’aggiornamento pubblicato venerdì da eMarketer che tiene conto dell’impatto del virus sugli investimenti pubblicitari, per il momento limitato: secondo la sigla di market intelligence la crescita della pubblicità globale sarà nel 2020 del +7% per un valore di 691.7 miliardi di dollari, rispetto al +7,4% per 712.02 miliardi ante coronavirus.
Una diminuzione molto contenuta, elaborata lo scorso 6 marzo, dunque prima che Donald Trump mettesse il bando sui voli aerei verso gran parte dell’Europa, formulata soprattutto sulla situazione della Cina, analizzata nell’arco di mesi. L’Italia, ovviamente, rappresenta una briciola sul totale investimenti a livello globale.
In Cina le previsioni sono state ridimensionate da un +10,5% a un +8,4%, per un valore di 113.7 miliardi di dollari, con una riduzione degli investimenti su tutti mezzi, anche a causa di quelle aziende che hanno temuto di non poter rifornire i negozi e di consegnare la merce a causa della paralisi della supply chain.
Un rallentamento potrà verificarsi anche in quei paesi che dipendono dalla supply chain cinese, le cui aziende potrebbero ridurre gli investimenti per limitare le perdite economiche. L’out of home risente invece della circolazione delle persone limitata o totalmente bloccata.
eMarketer specifica comunque che le previsioni si riferiscono all’anno complessivo, sperando che nel più breve tempo possibile si torni alla normalità e considerando che molti spender investono la maggior parte dei loro budget verso fine anno.
Non verranno comunque rifatte altre stime provvisorie alla luce dell’ulteriore diffusione del Covid-19 a meno che eventi come le Olimpiadi di Tokyo o gli Europei di calcio vengano annullati o rimandati. Tra le altre variabili, ci può essere una spirale recessiva causata dalla crisi di settori come i viaggi e il turismo.