Nell’Europa del sud crescita rimandata al 2014, se non 2015, mentre la parte del leone nel mercato pubblicitario continuano a farla i paesi in via di sviluppo sia per ZenithOptimedia che per Interpublic che constata come i mercati di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo valgano il 34% in meno rispetto al 2007
Secondo il network media del gruppo Publicis la spesa pubblicitaria globale dal 3,3% di quest’anno crescerà al 4,1% nel 2013 per un valore di 518 miliardi di $ e a 5,6% entro il 2015, trainata dai paesi in via di sviluppo con tassi intorno all’8% contro il 2% di quelli sviluppati. Posta la fiducia nelle performance di Europa dell’est, Asia centrale, ‘Catch-up Asia’ (Cina, India, Indonesia, Malaysia, Pakistan, Filippine, Taiwan, Thailandia e Vietnam) e America Latina, questa fine d’anno vede i paesi più deboli dell’Eurozona (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) in sofferenza con un calo del 15,3% a fine anno, che si ridurrà a -4% nel 2013, con la ripresa rimandata a un più stabile 2014 e il ritorno del segno più nel 2015 (+2,1%). Tra i mezzi la crescita è determinata dall’online che crescerà del 14,6%, mentre i mezzi offline segneranno un più modesto +1,7%. Tanto che ZenithOptimedia vede entro il 2015 il sorpasso della raccolta globale internet sulla stampa, con online video e social media che varranno il 20% della crescita annuale dell’area display.
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Magna Global, unit media globale del gruppo Interpublic, ha invece aggiornato al ribasso le stime per l’anno prossimo. Se a giugno prevedeva +4,5%, oggi l’andamento dell’Europa Occidentale ha fatto sì che le previsioni siano state ridimensionate a un +3,1%. Per fine anno il gruppo ha previsto di chiudere con una crescita del 3,8%, per un valore di 495 miliardi di $. Gli Usa rimangono il mercato più importante, seguito da Giappone, Cina, Brasile, Germania, quest’ultimo insieme a Uk il principale mercato europeo per quanto piuttosto statico. Per fine anno anche per Interpublic l’Europa del sud continua a soffrire, Francia inclusa (-2,5%), e per Italia, Spagna e Grecia si confermano i cali a doppia cifra (quest’ultima -28%, ma non è una sorpresa). Come Zenith, anche l’anno prossimo per questi paesi si chiuderà con segno meno a -4,3%. Rispetto al 2007, i mercati di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo valgono il 34% in meno.
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