Più un’espressione politica che uno strumento fiscale: è il giudizio che alcuni giuristi francesi danno della web tax approvata dal Senato (per alzata di mano) l’11 luglio scorso.
I punti deboli sono il calcolo dell’imposta e il perimetro dell’imposizione, “disposizioni ancora molto nebulose e lasciate, in gran parte, alla discrezione del contribuente”, ha spiegato a Business Insider France Olivier Ramond, docente all’università Paris Dauphine.
L’esempio concreto portato da Ramond riguarda il programma Prime di Amazon, servizio tangibile nel caso delle consegne, intangibile per quanto riguarda invece lo streaming video.
La valenza politica della legge francese è sempre stata riconosciuta dal ministro delle Finanze Bruno Le Maire in vista di un accordo sovranazionale che è stato raggiunto al vertice del G7 a Chantilly, anche se gli Usa hanno subito frenato l’enfasi di Le Maire sostenendo che l’intesa sia ancora in fase di trattativa.