L’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria annuncia di aver aggiornato l’art. 27 del Codice di Autodisciplina, deputato a regolamentare la pubblicità delle operazioni finanziarie, e introdotto delle linee guida per la comunicazione commerciale delle cripto-attività.
L’intervento autodisciplinare è opportuno – spiega lo IAP – per supplire a un’incompletezza regolatoria della materia: a distanza di oltre due anni dalla prima proposta legislativa europea sulle cripto-attività, solo a ottobre scorso è stata pubblicata la bozza del cosiddetto Regolamento MiCa. La tempistica che si delinea prevede l’obbligo di adeguamento per la fine del 2024, ovvero 18 mesi dopo l’entrata in vigore, prevista per la metà di quest’anno. In attesa di tale normativa, questi servizi vengono comunque pubblicizzati presso un pubblico spesso inconsapevole dell’elevato tasso di rischio ad essi connesso.
È nello spirito autodisciplinare offrire risposte ‘rapide’ al mercato per condurre gli operatori entro binari di responsabilità e attenzione, e tutelare, al contempo, il pubblico dei consumatori dal rischio di ricevere informazioni commerciali fuorvianti o scorrette.
Al tavolo di lavoro avviato dalla Commissione di Studio IAP sul tema hanno partecipato rappresentati di Banca d’Italia e Consob, apportando contributi tecnici e di coerenza con gli indirizzi sulla materia, nel rispetto delle rispettive competenze e finalità.
Con le modifiche introdotte, che entreranno in vigore il prossimo 22 marzo, l’art. 27 del Codice cita esplicitamente la comunicazione commerciale di cripto-attività come oggetto della regolamentazione.
Il principio guida è la richiesta di chiarezza nei confronti del consumatore, al fine di consentire scelte consapevoli anche a chi è privo di specifica preparazione. Qualora, inoltre, la proposta pubblicizzata non sia soggetta, o lo sia solo in parte, all’applicazione della normativa riguardante prodotti e servizi finanziari, bancari, assicurativi, e operazioni di investimento, ciò deve essere esplicitato nel messaggio, avvertendo sulla minore tutela del consumatore e l’eventuale assenza di poteri di supervisione e controllo per le autorità di vigilanza.
Le linee guida, inoltre, forniscono agli operatori suggerimenti concreti su come approcciarsi con responsabilità a una campagna pubblicitaria volta a promuovere strumenti altamente rischiosi e speculativi, spesso non adatti alla maggior parte dei consumatori come investimento, mezzo di pagamento o scambio, richiedendo chiarezza sulle avvertenze necessarie per rendere consapevoli i clienti del rischio di perdita anche totale del capitale investito e della mancanza di forme di tutela a loro disposizione.