C’è stato un web 1.0, per la consultazioni di testi e ipertesti, e c’è ora un web 2.0 fatto di servizi interattivi e reti sociali la cui complessità costituisce tanto un’opportunità di comunicazione quanto un rischio di violazione di legalità e diritti di copyright in grado di macchiare la reputazione delle imprese.
Del valore della legalità e della salvaguardia dei diritti sui contenuti e le opere di ingegno si è discusso ieri a Roma nel corso dell’incontro promosso dall’Osservatorio Web e Legalità che ha anche presentato alcuni casi d’impresa utili per definire strategie di difesa. A cominciare dall’ascolto attivo dei contenuti sul web che riguardano il brand con la moderazione e l’intervento attivo all’annoso tema delle rettifiche che sul web richiede sempre più spesso l’intervento di legali specializzati.
Nel corso dell’incontro sono state presentate alcune strategie aziendali, come quella di The Coca-Cola Company Italia che ha avviato un’attività di influencer engagement che permette all’azienda di contattare, allacciare e coltivare un rapporto con persone influenti nelle Rete che, in caso di criticità, si trasforma in una risorsa, in grado di diffondere e amplificare i messaggi positivi dell’azienda.
O quella di ENI Group che lotta contro il phishing per difendere non solo la reputazione del brand, ma soprattutto la fiducia degli stakeholder.