Che sia su desktop o mobile, la prima ragione citata dal 50% di chi ha istallato un ad-blocker è la pubblicità brutta e irrilevante. Lo dice il campione globale di utenti internet interrogato in proposito da GlobalWebIndex.
Non è dunque la preoccupazione per la propria privacy a spingere le persone a bloccare la distribuzione della pubblicità, ma un giudizio molto severo sulla qualità degli annunci e sulla loro quantità, giudicata eccessiva ed invadente.
GWI evidenzia anche l’uniformità delle risposte raccolte, a prescindere da età, sesso, reddito e regione del mondo in cui vivono. Le cose non cambiano, se mai peggiorano, quando si tratta di mobile: l’istallazione di un ad-blocker dipende in primo luogo da un eccesso di pubblicità oltre che da ragioni molto pratiche come il risparmio di energia della batteria e la velocità di connessione.
Per questo, suggeriscono in GWI, è il momento per l’intera industry di concentrarsi sulla qualità più che sulla quantità di annunci pubblicitari.