La settimana scorsa l’Antitrust ha accettato e pubblicato gli impegni presi da Google per superare la denuncia per abuso di posizione dominante presentata da Hoda, la start-up innovativa fondata da Silvio Siliprandi.
“È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta, incredibile!”, ha commentato a caldo Siliprandi. Tutto è iniziato nel luglio del 2022 con l’apertura dell’istruttoria da parte dell’AGCM nei confronti di Google che avrebbe ostacolato l’interoperabilità nella condivisione dei dati con altre piattaforme, in particolare con l’app Weople che ha sviluppato una banca di investimento dati, comprimendo il diritto alla portabilità dei dati personali.
Gli impegni di Google. La settimana scorsa, l’Authority ha pubblicato gli impegni di Google volti alla risoluzione della situazione, specificando che “l’offerta degli Impegni non può per alcuna ragione essere interpretata (i) né quale acquiescenza da parte di Google rispetto ai profili anti-concorrenziali preliminari sollevati dall’Autorità nel provvedimento (inclusi i profili relativi alla definizione dei mercati), (ii) né come riconoscimento di qualsivoglia illecito. Nulla di quanto contenuto nei presenti Impegni può essere interpretato come un’affermazione che l’Autorità abbia adottato una decisione provvisoria o definitiva in merito a una violazione del diritto della concorrenza da parte di Google”.
Di fatto, però, la società di Alphabet si impegna a sviluppare entro il 1° aprile prossimo “strumenti nuovi e automatici che consentano agli utenti di fare download ed export dei loro dati da Google verso un’app terza”, segnala Hoda. Google si impegna anche a “fornire alla piattaforma di destinazione elementi di comprensione della struttura dei dati e a creare, da ottobre prossimo, un accesso a un ‘Early Adopter Program’ per lo sviluppo e la sperimentazione di ulteriori tecnologie abilitanti la portabilità diretta dei dati da piattaforma a piattaforma (in realizzazione del Digital Markets Act)”.
Punto di svolta. Per Hoda, spiega Siliprandi, è un successo che contiene alcuni elementi di grande importanza, tanto che “possiamo parlare di un vero punto di svolta per gli utenti della nostra app”. Tra le altre cose, infatti, si tratta del primo caso in Europa in cui si afferma con chiarezza che l’articolo 20 del GDPR, che sancisce il diritto delle persone alla portabilità facilitata dei propri dati fra piattaforme, non è solo una questione di privacy, ma anche di libera concorrenza, quindi di diritti dei consumatori.
Zero party data. Dal mese prossimo Weople ingloberà l’automatismo che Google si impegna a sviluppare e poi partirà con nuove richieste, passaggio rilevante per la possibile espansione delle attività in Italia ed Europa, commenta Siliprandi. “Con Weople abbiamo innovato molto nella direzione di rendere facilmente applicabile il regolamento della privacy per tutti i consumatori, aggiunge. Oggi possiamo dire che la nostra vision è corretta e i nostri strumenti hanno un futuro sicuro, sebbene ci sia ancora molto da fare”. La start-up è nata infatti come intermediario tra chi è proprietario dei dati e chi li utilizza per generare valore per entrambi, entrando in un mercato dei dati che in Italia vale più di 2 miliardi di euro, e in particolare nello spazio degli ‘zero party data’ che stanno acquistando sempre maggiore visibilità nello scenario cookieless. “Pensiamo che tutto ciò rappresenterà un punto di svolta che cambierà, per molte aziende, il modo di vedere la relazione con i propri clienti nell’ambito della data economy, aprendo nuove opportunità per tutti”, sottolinea Siliprandi.