Frenata del mercato degli investimenti pubblicitari a giugno con la tv che perde il 24,8% nel confronto con lo stesso mese del 2021, che però aveva avuto il grosso traino degli Europei di calcio
Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude il mese di giugno a -7.9%, portando la raccolta pubblicitaria del 1° semestre del 2022 a 0.1%. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT), l’andamento nel periodo gen./giu. 2022 risulta in negativo del 2.8%.
«Chiudiamo il semestre in sostanziale parità – dichiara Alberto Dal Sasso Adintel Mediterranean Cluster Leader di Nielsen – con un giugno che decrementa perchè si confronta con il periodo degli europei di calcio 2021, che mediamente apportano intorno ai 75 milioni di euro di investimenti soprattutto televisivi. Confrontando il valore raggiunto dal mercato in questa prima metà dell’anno con la media degli anni privi di eventi siamo assolutamente in linea con il trend di lungo periodo».
Relativamente ai singoli mezzi, la tv è in calo del 24.8% a giugno e del 7.4% nel periodo gen./giu.2022. Analizzando l’andamento della raccolta nel mese di giugno, Rai registra -51% passando da 95,5 milioni di euro di giugno 2021, in pieno periodo di Europei di calcio, a 46,8. Anche Sky vede la raccolta diminuire, del 42%, toccando nel mese 33,9 milioni. Con un minore impatto, ma ugualmente significative, le performance degli altri gruppi: Mediaset -7,2%, La7 -6,7%, Discovery -4,9%.
Per quanto riguarda il confronto del primo semestre sull’omologo 2021 vediamo Mediaset, che detiene una quota di mercato del 56,8% e 1,034 miliardi di euro di raccolta, registrare un -1,4%, Rai con una quota del 20,3%, segna una raccolta di 369,6 milioni (-15%) e Sky con una quota di mercato dell’11%, flettere del 23,9% con una raccolta di 200,9 milioni. In crescita Discovery, +2,5% a 130,8 milioni (con una quota del 7,2%), flette La7 -7,2% con una raccolta di 84,4 milioni e un quota del 4,6%.
Tornano in negativo i Quotidiani, a giugno sono in calo del 10.5% (il semestre chiude a -1.1%), mentre i Periodici crescono del 22.1% (il semestre chiude a +0.9%).
Cresce la Radio a giugno, +3% (il semestre chiude 3.4%). Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nel periodo gen./giu.2022 chiude con un +4.6% (+0.2% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Continua la ripresa dell’Out of home (Transit e Outdoor) che conferma l’andamento positivo con un +96.7% nel periodo gen./giu.2022.
In positivo anche la Go TV che chiude il periodo gen./giu.2022 a +58.6% e il Direct mail +1.2%.
Continua la ripresa degli investimenti pubblicitari sul mezzo Cinema.
Sono 8 i settori merceologici in crescita nel mese di giugno, il contributo maggiore è portato da Industria/Edilizia/attività (+26.5%), Turismo/Viaggi (+4.5%), Abbigliamento (41.3%), e Abitazione (+27.8%). In calo a giugno gli investimenti di Automobili (-50.4%), Bevande (- 28.4%) e Telecomunicazioni (-27.9%). Relativamente ai comparti con una maggiore quota di mercato, si evidenzia, nel 1° semestre del 2022, l’andamento positivo di Cura persona (+10.8%), Abitazione (+6.2%) e Media/Editoria (+10.5%).
«La frenata di giugno ha due spiegazioni, l’una legata agli eventi, l’altra sicuramente legata alla crisi Ucraina i cui effetti concreti sulla economia delle imprese comincia a farsi sentire: la difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e la conseguente inflazione che scarica i suoi effetti sui prezzi e quindi sui consumi, influisce soprattutto sui settori come Automotive e Alimentare. Di contro vediamo settori legati alla “natura” del nostro Paese come il Turismo, l’Abbigliamento ed il Tempo libero, in grande recupero. Ci aspetta un autunno complicato ed il recente World Economic Outlook di FMI lo testimonia, in ogni caso abbiamo un evento importante in autunno come i Mondiali di Calcio che sicuramente sarà una buona occasione di comunicazione per gli investitori e per il mercato, lo testimoniano i numeri del recente passato» ha concluso Dal Sasso.