L’attrattività del Paese presso gli investitori esteri, sostenuta da un patrimonio culturale e ambientale che deve essere valorizzato più e meglio, anche in chiave economica; la sostenibilità che crea valore, non solo PR; l’innovazione delle aziende e l’importanza degli investimenti in comunicazione: intervistata da Enrico Castelli, vice direttore della TGR, Cristina Socchia, AD di L’Oréal Italia, ha molto insistito sulla bellezza non tanto come core business dell’azienda cosmetica, quanto come patrimonio del Paese che va valorizzato in chiave economica. Nel 2017 nuovi investimenti in comunicazione per il ritorno in Italia del marchio The Body Shop, prodotto a Settimo Torinese per tutta l’Europa.
“Non possiamo competere in quantità, ma possiamo vincere in eccellenza. Ma dobbiamo capire che la bellezza non è una rendita e che dobbiamo valorizzarla difendendola”, ha detto Cristina Scocchia ricordando che l’Italia ha recuperato attrattività presso gli investitori esteri, ma che è necessario accelerare su innovazione e digitale riducendo burocrazia e fiscalità.
Alle imprese, l’AD di L’Oréal ha anche sottolineato il valore della comunicazione. “Anni di crisi hanno fatto dirottare una quota importante di investimenti dalla comunicazione alle promozioni, provocando perdita di valore senza restituire margini. L’industria di marca deve tornare a investire in comunicazione e in conoscenza del consumatore, per costruire vantaggio competitivo di lunga durata”, ha detto Scocchia rispondendo alle domande di Castelli e ricordando che le marche competono sempre di più a livello simbolico, con un ruolo sempre più centrale in una società che sta cambiando.
Imprese e società. “Vogliono sempre di più imprese che hanno un impatto positivo sulla società e sono disposti a pagare un prezzo premium per marche che hanno un beneficio ambientale e sociale”, ricordando che l’impianto a emissioni zero di Settimo Torinese, il sostegno a San Patrignano e alle associazioni Piazza dei Mestieri a Torino e L’Arte nel Cuore a Roma – dove i giovani manager vanno a imparare resilienza e umiltà – non sono operazioni di PR, ma impegno reale. E non è vero che per i Millennial le marche non siano importanti, è che chiedono a esse nuove motivazioni e modalità di ingaggio: “dobbiamo passare dal ‘parlare a’ al ‘parlare con’ il consumatore”, ha aggiunto ricordando che l’azienda ha quadruplicato negli ultimi anni lo spending digitale considerando questa modalità come parte di una strategia integrata, non aggiuntiva.
Big Data per tutti. Scocchia ha insistito molto sull’innovazione – e sui ritardi del nostro Paese in fatto di banda larga – sostenendo che i big data sono strategici per grandi aziende e PMI: “la tecnologia per utilizzarli costa relativamente poco, ma il loro impatto è decisamente grande, anche perché aiutano a creare un rapporto di intimità con le persone. Persone che le aziende devono seguire più velocemente anche sulla strada dell’eCommerce: abbiamo 19 milioni di consumatori che fanno shopping online e il 65% non è un nativo digitale, la domanda è forte, ma in Italia ancora non ci sono abbastanza aziende che sappiano fare bene eCommerce, integrando vendite e storytelling”.