Viene dall’Italia una delle 10 idee vincitrici al concorso Cannes Chimera, ideato da Cannes Lions e dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, per rivoluzionare la comunicazione degli aiuti internazionali. Mike Harrison, direttore creativo di Deep International, ci spiega i dettagli del progetto
Un’idea semplice e allo stesso tempo radicale. Che sia pura coincidenza, o qualcosa di più, fatto sta che condividere con qualcuno la data di nascita ce lo fa sembrare istintivamente un po’ meno sconosciuto. Questa l’idea che è venuta in mente a Mike Harrison, fondatore e direttore creativo di Deep International trapiantato in Italia, che con il progetto Twins! è tra i 10 vincitori del concorso Cannes Chimera, promosso dal Festival Internazionale della Creatività di Cannes e dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
Obiettivo: rivoluzionare la comunicazione degli aiuti internazionali per far sì che il mondo si convinca della loro utilità con idee all’avanguardia, sia creativa che tecnologica, identificate con l’aiuto dei direttori creativi e strategist vincitori dei Grand Prix dell’edizione 2012 di Cannes Lions. In pratica, a disposizione del progetto, le migliori teste dell’advertising mondiale più le imponenti risorse finanziarie della fondazione Gates per dare una vera scossa al settore.
LA DATA DI NASCITA, QUASI UN LINK BIOLOGICO
«Lavoro con il non profit e so che il problema fondamentale è che la gente non sa dove vanno a finire i soldi – spiega Mike Harrison -. Tanti credono che gli aiuti finiscano in un buco nero, anche perché le notizie negative – morti, fame, malattie – si fanno notare sempre di più di quelle positive. L’idea di Twins! è quindi quella di creare una community che leghi fin da piccoli i bambini dei paesi sviluppati con quelli del terzo mondo nati lo stesso giorno alla stessa ora. Come fossero gemelli. Pare banale, ma quando incontriamo uno sconosciuto e veniamo a sapere che è nato il nostro stesso giorno ci sembra istintivamente di conoscerlo di più. E’ come se fosse un link biologico. Attraverso un’applicazione, un gioco online, i bambini potranno scoprire chi è il loro gemello, informarsi sulla sua salute, stile di vita, interessi e istruzione, imparando insieme ai genitori che il loro sostegno è fondamentale e finalizzato».
Punto di partenza è quindi la app per mobile e pc, studiata in modo da essere utilizzata come strumento educativo nelle scuole. E poi sviluppi interessanti: ad esempio in alcuni Paesi succede che alla nascita di un bambino, collaborando con l’ospedale, marchi come P&G o Johnson&Johnson regalino alle mamme una dotazione promozionale con prodotti ad hoc e pannolini. Attraverso la sponsorizzazione di questi marchi, l’esistenza in un’altra parte del mondo di un ‘gemello’ potrebbe entrare a far parte della vita del neonato sin dall’inizio, sensibilizzando nel contempo i genitori che esiste un’altra vita uguale a quella del loro bambino.
Dall’altro versante l’operazione Twins! si basa sulla raccolta di informazioni sui nuovi nati in tanti paesi del mondo. Questo passaggio avverrà attraverso la collaborazione di organizzazioni come l’Unicef, ma potrà diventare ‘virale’ tra la popolazione dei paesi in via di sviluppo con la realizzazione di un’app mobile o per Facebook ad hoc: uno strumento molto efficace vista la penetrazione e la centralità della telefonia mobile, soprattutto in numerosi paesi africani.
PENSARE GLOBALE, IL CONSIGLIO DEL DREAM TEAM
Dopo la selezione, a novembre i 10 vincitori sono stati invitati a Seattle presso la Bill & Melinda Gates Foundation per incontrare la Cannes Chimera, il ‘dream team’ dei 17 vincitori dei Grand Prix di Cannes, per ricevere consigli su come far procedere le idee.
«Sarà che il mio progetto era il più immediato da comprendere – spiega Mike Harrison – e anche il più semplice dal punto di vista tecnologico, ma tutti l’hanno sostenuto. Insieme a Nick Law di R/GA New York abbiamo scritto un manifesto per coinvolgere più persone possibili.Il consiglio di tutti è stato comunque di non limitarsi a una diffusione locale, ma di puntare alto e pensare in grande. A livello mondiale, cercando il sostegno di aziende ed enti. Adesso siamo appena agli inizi, e qui in Italia è molto difficoltoso proporre un progetto ad un ente pubblico, come un ospedale o una scuola. Stiamo realizzando adesso il business plan da presentare verso marzo alla Fondazione, che sosterrà i prossimi step – dopo aver valutato ogni richiesta e supervisionato le fatture – fino a un milione di euro. Questi soldi non sono un regalo, tutti i conti devono tornare. Ed è una goccia nel mare di fondi che gli aiuti movimentano ogni anno in tutto il mondo. E se tutto va bene, partiremo tra un anno, un anno e mezzo».