Programmatic buying a rischio bot. Ci è cascata anche Mercedes Benz

Da un’indagine della società esperta in frodi online Telemetry è emerso che il 57% dellle impression è attribuibile a bot

Il programmatic buying non è tutto rose e fiori. Lo sostiene un articolo di ieri del Financial Times riportando che una recente campagna di Mercedes Benz, realizzata da Merkley & Partners e pianificata sul sistema gestito da Rocket Fuel, è stata ‘vista’ più da robot, ovvero programmi informatici, che da esseri umani.

mercedes-logoIl fatto è emerso dopo un’inchiesta della casa automobilistica svolta da Telemetry, società che si occupa di rilevare frodi online, secondo la quale su campione di 365mila impression il 57% erano attribuibili a bot.

Come spiega il FT, Telemetry ha identificato anomalie nel traffico verso gli annunci provenienti da cinque piccoli internet service provider con sistema Linux, raramente usato da computer normali. Tracciandoli è arrivata a identificare i proprietari dei bot network, che dirigevano i bot sui loro siti (ora scomparsi) per guadagnare attraverso la pubblicità.

Rocket Fuel ha rimborsato il cliente e ha minimizzato le cifre, dato che le impression contestate erano pari a circa il 6% dell’intera campagna, tuttavia non è chiaro quanto il broker fosse consapevole che parte delle impression andassero a finire su canali fraudolenti. Segno che la metodologia per quanto utile e in rapidissima crescita è ben lontana dall’essere infallibile e che un controllo umano nella pianificazione è insostituibile.

La stessa Rocket Fuel applica frequentemente controlli: a febbraio ha comunicato di aver identificato e rifiutato 500 miliardo di bid da parte di editori online, giudicate di scarsa qualità.

 

Programmatic buying a rischio bot. Ci è cascata anche Mercedes Benz ultima modifica: 2014-05-28T15:41:01+02:00 da Redazione

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