La Commissione Europea intende arginare il fenomeno della pubblicità ingannevole nel settore con nuove norme
Conformità alla legge, prove di supporto, veridicità, onestà, equità e scelta informata. Sono i 6 principi etici che le campagne pubblicitarie dei prodotti cosmetici dovranno rispettare dal prossimo 11 luglio in tutti i paesi dell’Unione Europea. La Commissione Europea, con il regolamento CE 1223/2009, vuole così combattere il dilagare di spot ingannevoli.
La Commissione deve ancora stilare indicazioni più precise ma gli esempi non mancano. Secondo il principio della “conformità alla legge” dovrebbe essere vietato dire o scrivere ad esempio che “il prodotto non contiene idrochinone” perchè in Europa il composto è già vietato. Idem per la frase “prodotto conforme alle norme UE” perchè lo sono tutti i cosmetici immessi sul mercato. Anche la presentazione dei prodotti non si deve basare su false promesse. Ad esempio il claim “senza silicone” non sarà permesso se il prodotto ne contiene, cosi come la dicitura “48 ore di idratazione” non dovrebbe essere supportata da prove di valutazione fatte su periodi più brevi. Se viene pubblicizzata la presenza di un tipo di sostanza, questa deve essere effettivamente contenuta nel prodotto. Per esempio la definizione “contiene miele” si potrà usare solo se lo contiene e non solo come semplice aroma. I test di efficacia dovranno essere pubblicizzati solo se eseguiti secondo metodologie ben condotte, valide, affidabili e riproducibili.
Il principio dell’onestà stabilisce ad esempio che lo slogan “Un milione di consumatori preferiscono questo prodotto” non dovrebbe essere usato se basato su dati di previsioni di vendita e, ancora, che le fotografie del prima e dopo di un trattamento non siano riprodotte elettronicamente e presentate in modo fuorviante. E’ ritenuto disonesto vantare il fatto che un profumo non contiene conservanti perchè l’alta percentuale di alcool usata per le fragranze rende inutile l’aggiunta di preservanti.
E’ disonesto anche sostenere che un prodotto “è ben tollerato perchè non contiene oli minerali” perchè l’olio minerale non è vietato e si tratta di pubblicità scorretta nei confronti della concorrenza. Da evitare anche “non contiene l’ingrediente X, noto come irritante” per lo stesso motivo.
Gli slogan, infine, vanno tarati a seconda delle capacità di comprensione dei consumatori di riferimento affinchè facciano una scelta informata. Da questo anno la Commissione vigilerà sulle pubblicità e entro l’11 luglio 2016 presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’ andamento e, se nei prossimi 3 anni gli spot non saranno conformi ai criteri comuni, promette di adottare misure più adeguate.