Nella rassegna dei trend più importanti per l’anno prossimo in fatto di business, tecnologia e design, Fjord – sigla di design parte di Accenture Interactive – rileva come il digitale stia rischiando l’implosione
La tendenza decluttering, salita agli onori delle cronache come strategia per gestire un guardaroba troppo pieno di cose inutili, si è trasferita nel mondo digital.
Nella tradizionale rassegna dei trend più importanti per l’anno prossimo in fatto di business, tecnologia e design, Fjord – sigla di design strategico parte di Accenture Interactive – rileva come ormai il digitale stia rischiando l’implosione.
In due decenni di crescita esponenziale e innovazioni che si accavallano l’una sull’altra l’attenzione delle persone è ormai satura e per le aziende è arrivato il momento di fare pulizia, mettendo al centro i bisogni degli utenti e, anche qui, un ritorno ai valori umani: mentre prima le persone apparivano affamate di novità, eccitazione e gratificazione istantanea, adesso cercano pace e significato in un mondo diventato troppo rumoroso.
Si tratta di un aspetto che cambia la natura dei rapporti con tecnologie e brand, e che porta ad evitare le proposte che non rispondono a questo nuovo sentire.
Mark Curtis, co-founder e chief client officer di Fjord, commenta «Per il digitale è il momento delle pulizie di primavera, un momento in cui si decide se qualcosa abbia ancora un valore e quanto sia rilevante nelle nostre vite. Il digitale non è più una novità. Le persone son diventate più selettive sui prodotti e servizi che includono nelle loro vite, scegliendo di disconnettersi, disiscriversi e negare il proprio consenso se lo scambio non è ritenuto equo. Mai prima d’ora la responsabilità del design è stata così importante».
Sono sette i trend che l’agenzia, attraverso discussioni con gli oltre 1000 designer nelle sue 28 sedi nel mondo, ha ritenuto importanti per la creazione di esperienze significative e in linea con il nuovo mood.
1 – Il silenzio è d’oro. Liberarsi del di più è una questione di salute mentale. Attraverso un design sensibile e consapevole i brand possono trovare una strada per farsi sentire dalle persone che cercano tranquillità in un mondo rumoroso.
2 – L’ultima cannuccia. Le persone si aspettano che i prodotti vengano progettati sostenibili sin dall’origine, altrimenti li scartano.
3 – Data minimalism. C’è scollamento su quello che le persone e le aziende pensano riguardo al valore dei dati personali. La trasparenza sarà la chiave per mediare tra le due posizioni?
4 – Giù dal marciapiede. Tra droni e mobilità elettrica, la mobilità urbana ha reso le città più accessibili. Però c’è bisogno di un sistema unificato per soddisfare i bisogni in tempo reale.
5 – Il paradosso dell’inclusività. Le voci si moltiplicano, le opinioni si frammentano. Il problema per i brand è disegnare prodotti per tutti, senza inavvertitamente escludere qualcuno. Un buon inizio è iniziare a smettere di pensare alle persone segmentandole.
6- Space Odyssey. Gli spazi di lavoro e di vendita hanno bisogno di un restyling digitale, ripensando l’approccio e gli strumenti per disegnare tali spazi.
7 – Realtà sintetiche. Oggi la realtà può essere creata su misura e prodotta artificialmente. Tecnologie per cambiare volto e simulare la voce sono in grado di creare realtà sintetiche e le aziende dovranno capire come capitalizzare il fenomeno ma soprattutto come gestire il rischio.
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