La crisi economica morde anche le aziende di gioco, che hanno tagliato un quinto delle investimenti pubblicitari nel 2013: lo scorso anno la spesa diretta in pubblicità è stata di 105 milioni di euro, in calo del 20,4% rispetto al 2012. Anche considerando il dato comprensivo delle sponsorizzazioni, pari a 87 milioni, la contrazione rimane a due cifre: -15,8%.
E’ quanto rivela uno studio effettuato dalla Ficom Leisure, società di consulenza internazionale con base a Londra, elaborato da Agipronews che ha incrociato i numeri forniti dalle aziende del settore giochi, dalle concessionarie di pubblicità e dalla Nielsen, l’azienda leader nelle informazioni di marketing e nella rilevazione di dati su consumi e utilizzo dei media.
Il settore che ha risentito in maggior misura del taglio degli investimenti è quello delle sale slot: fra il 2012 e il 2013 le pubblicità legate alle “macchinette” sono calate di oltre il 43%, passando da 15,4 a 8,7 milioni di euro. I giochi online – riporta lo studio di Ficom Leisure – sono quelli che hanno contenuto maggiormente la contrazione e adesso sono al primo posto in assoluto per investimenti totali con 38,5 milioni (-9,2%). Un primato “scippato” alle lotterie e ai gratta e vinci, su cui lo scorso anno sono stati investiti 32,9 milioni in pubblicità (-27,9%, quasi 13 milioni in meno in assoluto rispetto al 2012).
Stabili al terzo posto, riporta Agipronews, le scommesse – che dovrebbero godere nell’anno in corso delle iniziative di marketing legate ai Mondiali di calcio – con circa 24,8 milioni investiti: la perdita è “solo” del 13,1%, mentre la fetta di mercato cresce al 24%.
La metà della pubblicità dei giochi passa dalla tv: nel 2013 sul piccolo schermo sono passati spot pagati 54,4 milioni di euro, un dato in calo del 28,1% rispetto al 2012, con la quota percentuale dei soldi spesi per l’advertising televisivo che cala dal 57% al 52%. In un contesto di crisi profonda, l’unico settore che mostra una crescita in controtendenza – secondo lo studio di Ficom Leisure – è il web, che oggi vale più di un quarto degli investimenti totali: dai 21,1 milioni del 2012 si è passati ai 26,8 milioni del 2013 (+26,8%), con una market share che passa dal 16% al 26%.
Crolla, informa Agipronews, la pubblicità su quotidiani e periodici, che si dimezza in un anno passando da 15,8 a 8,5 milioni (-46,5%) e una quota sul totale che scende dal 12% all’8%. Peso percentuale identico per radio e cartellonistica (valgono il 7% ciascuna), con le pubblicità sulle emittenti radiofoniche che passa da 9,6 a 7,5 milioni (-22,2%), mentre le pubblicità “esterne” scendono in un anno da 9 a 7,4 milioni (-18,6%). Praticamente azzerata la presenza di spot nei cinema prima dei film, che già nel 2012 valeva appena l’1% del totale.
Mediaset pigliatutto per gli spot di gioco in tv: il 65,2% degli investimenti in pubblicità sul picco schermo va sui canali dell’azienda controllata da Fininvest, dunque circa 35,5 milioni dei 54,4 milioni complessivi. Secondo il report di Ficom Leisure, alle altre piattaforme tv restano le briciole, o quasi: sui canali satellitari a pagamento di Sky si registra un quinto degli investimenti (il 21,4%), mentre la Rai non raggiunge la doppia cifra percentuale (9,6%).
L’1,9% delle somme investite per gli spot va su La7, l’1,2% su Mtv. Tutto sotto l’1% gli altri canali dell’offerta catodica. Nella divisione degli investimenti in tv, si legge su Agipronews, è Gtech il primo operatore, con quasi il 25% degli investimenti – a cui si aggiunge una piccola parte “brandizzata” Lottomatica – seguono William Hill (circa il 12%), Sisal (poco sotto il 10%) e Pokerstars (intorno al 6% del totale).