Nonostante il settore del video on demand si stia riempiendo di concorrenti agguerriti, Netflix non ha intenzione di rimpinguare le casse aprendosi alla pubblicità.
Lo ha ribadito Reed Hastings, chief executive officer di Netflix, durante la conferenza con gli analisti spiegando che continuerà a focalizzarsi solamente sugli spettatori e che non si fa tentare dalla pubblicità anche per non entrare in competizione con i colori del digitale.
«Google, Facebook e Amazon sono tremendamente potenti nella pubblicità online perché integrano una quantità incredibile dati da tante fonti (…) Per mettere in piedi un business pubblicitario da 5 o 10 miliardi di dollari bisogna prenderli da altre piattaforme pubblicitarie, appunto Google, Facebook e Amazon, che sarebbe piuttosto complicato».
Aprire alla pubblicità vorrebbe dire “esporsi in un ambito dove Netflix sarebbe strategicamente svantaggiata rispetto a quei tre colossi, che nei prossimi 10 anni si avviano a integrare un’incredibile quantità di dati su chiunque”.
Netflix opera con maggior discrezione anche riguardo ai dati dei clienti: “non integriamo i dati dei clienti, non in modo controverso”.
Nel 4° trimestre il servizio SVOD ha ottenuto 8,76 milioni di nuovi iscritti, più delle attese, ma stima di rallentale nel 1° del 2020 a causa della concorrenza di Disney+: prevede infatti 7 milioni di nuovi abbonati in tutto il mondo, contro gli 8,82 stimati dagli analisti.