Il 26 luglio 2015 1.000 musicisti hanno cantato ‘Learn to fly’ dei Foo Fighters nel Parco di Cesena. Il successo è virale, la band risponde. Il resto è storia, con l’idea Rockin’1000 trasformata in azienda, nuovi concerti ogni anno, anche all’estero, e una community di centinaia di migliaia di persone unita dalla passione per la musica.
Se tutti o quasi ricordano il video iniziale, pochi si immaginano che un’impresa così mastodontica è nata senza alcuna aspettativa, se non la speranza di avere Dave Grohl e soci a Cesena, non aveva alle spalle un modello di business e nemmeno un’organizzazione dedicata, se non amici collaborativi ed estremamente motivati.
Al Mindshare Huddle Fabio Zaffagnini, general manager di Rockin’1000 (che all’epoca faceva il biologo marino al CNR), ha raccontato la storia dell’evento e come questo si è trasformato in uno spettacolo che cresce anno dopo anno. Adesso Rockin’1000 si potrebbe paragonare al management di una grande band, che fa cose da band: collaborazioni con artisti (da Courtney Love al maestro Beppe Vessicchio, e poi Saturnino, Cesareo…), pubblicità, album e, ovviamente, entertainment.
«Una volta calmate le acque, abbiamo pensato a come reinventare Rockin’1000 con un modello business sostenibile per far funzionare la macchina organizzativa. E senza ripeterci, non avrebbe auto senso, avremmo perso autenticità” spiega Zaffagnini, partendo dall’analisi delle caratteristiche che avevano reso il video virale: “era semplice, autentico, inaspettato, catartico nei confronti di chi ha sempre sognato di diventare un musicista ma non è riuscito, emozionale”. Non ci sono solo 1.000 musicisti, che sono di loro uno spettacolo, ma soprattutto valori. E’ il fattore umano, la passione di ciascun partecipante a creare un’energia che si autoalimenta, una lingua e un obiettivo comune che permettono a 1.000 individui di suonare insieme.
Ecco come da un evento semi-estemporaneo è nato un vero brand dell’intrattenimento, basato su dei valori che continuano a motivare i suoi partecipanti e ad attrarre pubblico: «Uno spettacolo può avere una data di scadenza. Un valore no».