Rapporto Coop 2023: l’inflazione nel carrello è più alta di quella rilevata e spinge la marca del distributore

Nei prossimi mesi le intenzioni di spesa degli italiani fanno segnare una brusca inversione di rotta. Lo dice il Rapporto Coop 2023 presentato in anteprima digitale secondo cui il 36% degli italiani intende ridurre i consumi al netto dell’inflazione, contro l’11% che pensa di aumentarli.

Esaurita l’esuberante crescita post-pandemica, l’economia italiana perde la spinta dei consumi appesantiti dall’eccezionale crescita dell’inflazione che negli ultimi due anni ha abbattuto il potere d’acquisto e, secondo i manager intervistati, bisognerà aspettare almeno fino al 2025 prima che la crescita dei prezzi torni ai livelli pre-pandemia.

Italiani più poveri. Nella fotografia del Rapporto Coop 2023, il lavoro non paga quanto dovrebbe e l’impatto dei prezzi trascina 27 milioni di persone (+50% rispetto al 2021) in una condizione di disagio duraturo. Il 10% dichiara di non arrivare a fine mese e un ulteriore 23% ci arriva, temendo tuttavia costantemente di non farcela. Il 20% sbarca il lunario facendo grandi rinunce e sacrifici, eppure secondo il report anche se crescono inquietudini (per il 30%, + 6 pp sul 2022) e timori (32%, + 12 pp), il 36% dichiara un sentimento di fiducia, il 29% di serenità, il 23% di accettazione e il 28% aspettativa positiva.

Consumi in calo. Rassegnati e più poveri, gli italiani riducono gli acquisti di auto e beni tecnologici, sostituiscono il nuovo con l’usato e il ricondizionato e dopo un’estate di pranzi e cene fuori si preparano a passare in casa il prossimo autunno (il 51% dichiara di ridurre il numero di occasioni conviviali fuori casa nei prossimi 12/18 mesi).

Carrelli più vuoti. Molti consumatori sembrano in procinto di arrendersi alla guerra contro un’inflazione che ha rincarato di oltre il 21% il costo dei beni alimentari e che non promette di arrestarsi prima dei prossimi due anni (il 72% dei manager del settore ritiene che l’inflazione alimentare non tornerà sotto il 2% prima del 2025). I carrelli sono più vuoti del 3%, tanto sono diminuite le vendite a prezzi costanti nei primi 5 mesi dell’anno e i manager intervistati si attendo un ulteriore calo dello 0,5% nel 2024.

Strategie di spesa. Dopo la riduzione delle quantità acquistate, gli italiani si preparano a rinunciare ai prodotti non strettamente necessarie e a quelli con maggior contenuto di servizio.

“L’attenzione al risparmio fa piazza pulita della fedeltà al canale d’acquisto”, si legge nell’anteprima e discount e marca del distributore diventano ancore di salvezza.

Per 8 su 10 la spesa diventerà più frequente, per cercare di ridurre gli sprechi, altrettanti acquisteranno più MDD a scapito della marca industriale, e molti non risponderanno più al claim 100% italiano. Per 1 su 5, soprattutto boomer e classi economicamente basse, abbandona italianità, tipicità e territorio.

L’ambiente nel piatto. Sono 5,1 milioni gli italiani che dichiarano di alimentarsi a spreco zero, 2,8 milioni si definiscono reducetariani (riducendo il consumo di carne) e 1,4 milioni dicono di utilizzare prodotti a basso impatto di CO2.

Industria e distribuzione adotteranno nei prossimi anni strategie divergenti: i retailer si concentreranno sulla marca privata per controllare le filiere produttive e i prezzi alla vendita, la grande industria sembra più orientata a difendere i margini concentrandosi sull’innovazione di prodotto e la difesa dell’equity del brand.

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Rapporto Coop 2023: l’inflazione nel carrello è più alta di quella rilevata e spinge la marca del distributore ultima modifica: 2023-09-11T11:01:29+02:00 da Redazione

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