L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto negativo sulle vendite dei settori fashion & lifestyle: secondo Netcomm l’88% delle aziende ha registrato un calo di fatturato, ma allo stesso tempo la crisi sanitaria ha avvicinato nuovi consumatori all’eCommerce, come testimonia il 77% delle aziende che dichiara di aver acquisito nuovi clienti.
Per Roberto Liscia, presidente Netcomm, “la crescita a tripla cifra dell’eCommerce di queste settimane, ha messo le aziende di fronte all’evidenza che il digitale non è più solo un’opzione, ma una strategia chiave per lo sviluppo del proprio business”.
L’ultima indagine del consorzio, che ha rilevato da un campione di 150 aziende italiane le principali criticità che stanno affrontando nel contesto di emergenza Covid-19, solo per l’8% del campione le vendite online sono rimaste invariate e per il 4% sono aumentate.
In generale, il coronavirus ha avuto un impatto negativo sulle imprese di servizi B2B, con il 69% delle aziende che riscontra un calo di fatturato, ma il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti, consumatori che si sono avvicinati per la prima volta agli acquisti online per necessità.
“Il commercio digitale sta dimostrando di essere non più solo un accessorio, ma un servizio fondamentale per le imprese e i cittadini”, aggiunge Liscia sottolineando che per l’81% delle aziende fashion & lifestyle il canale digitale ha rappresentato un valido supporto nella gestione dell’emergenza”.
Fase 2. Per questo, dice ancora Liscia, questo è il momento di pensare alla fase 2. Dopo la riapertura dei siti di produzione e dei punti vendita e dopo che le persone potranno tornare a circolare liberamente, sarà ancora necessario continuare a prendere alcune precauzioni. “A quel punto, il ruolo del commercio online sarà ancora più importante: molti preferiranno acquistare un capo di abbigliamento online, piuttosto che impiegare lungo tempo in fila o provare nei camerini gli stessi abiti magari appena indossati da altri”, commenta il presidente Netcomm per il quale questo è il momento dell’unified commerce “che va oltre l’omnicanalità, mettendo al primo posto l’esperienza del cliente, abbattendo le barriere tra i canali e sfruttando una piattaforma comune”.