Una ricerca di IRI per Netcomm racconta che i cambiamenti prodotti dalla quarantena sono qui per restare
La seconda giornata del Netcomm Forum Live ha offerto più di una riflessione sui cambiamenti in atto in ambito food & grocery, a partire da una ricerca realizzata da IRI per il consorzio presieduto da Roberto Liscia.
Tra le evidenze, un paniere alimentare sempre più specializzato perché il digitale accompagna la scoperta di nuove esperienze e permette la costruzione di consumi alimentari personalizzati, i cambiamenti prodotti dalla quarantena sono qui per restare – il 17,2% faceva la spesa online durante il lockdown, il 36% continua a farlo anche dopo privilegiando i siti web della GDO -, il livello di soddisfazione del canale online è a 7,5 punti su una scala di 10 (prima era a 6,5) e abitua il consumatore a una serie di servizi che “alzano l’asticella anche per i brick&mortar”, ha commentato Liscia.
L’eGrocery ha conosciuto incrementi a 3 cifre – vero è che parte da tasso di penetrazione e valori assoluti bassi – e la crescita delle vendite digitali di prodotti confezionati di largo consumo non è mai scesa sotto il 50%. Tra le tendenze indicate da Netcomm, spiccano la sfida del customer engagement per i grandi marchi del food, le opportunità di digital export per i piccoli brand e il grande potenziale del proximity eCommerce.
Nuove modalità di acquisto. Tra i servizi, un ruolo importante lo ha giocato il click&collect che durante il confinamento ha superato il 15% nelle quote di vendita (era l’8,3% nel 2019), scendendo poi poco sotto il 13% nella fase successiva, apprezzata perché più veloce e conveniente dell’home delivery tanto che, per Netcomm diventerà un’abitudine sempre più consolidata per i consumatori e Selex sta ripensando i suoi punti vendita con spazi pensati apposta per l’eCommerce.
Il futuro vince sempre: è il mantra di Mario Gasbarrino, oggi AD di Decò e Consigliere d’amministrazione Cortilia, già dai tempi dell’accordo tra Unes e Amazon Prime, quindi meglio vederlo dall’interno anche se su uno strapuntino. In questi mesi, ha detto intervenendo alla tavola rotonda ‘Il nuovo ruolo dei servizi e i nuovi format nel food & grocery’, “ho imparato che non c’è una differenza antropologica tra consumatore italiano e straniero online, il ritardo della GDO sul digitale è dovuto solo a un deficit dell’offerta”. Gasbarrino si è detto preoccupato per il comparto della distribuzione italiana perché sottovaluta il digitale proprio mentre cambiano ruoli, competitor e clienti. “Difficile immaginari i nostri figli che il sabato mattina vanno a fare la spesa, mettendosi in fila per riempire un carrello di acqua minerale”, ha commentato.
La rivincita dell’app. La rilevanza della prossimità, con la capacità dei piccoli negozi di adattarsi all’emergenza in tempi molto rapidi, ha anche fatto tornare alla ribalta l’app come strumento strategico per la comunicazione con il consumatore finale sui canali digitali. Lo ha messo in evidenza Maurizio Alberti VP Global Sales, Mapp, insieme con l’aumento nell’uso dei dati di prima parte provenienti dai vari strumenti di contatto il cui potenziale non è ancora sfruttato in modo adeguato, ma che potrebbe aver avuto anche effetto sul calo degli investimenti pubblicitari.