Una ricerca dell’Osservatorio di Retail Brand Communication dell’Università IULM, in collaborazione con Retail Institute Italy, mette in luce la crisi di talenti nel retail, settore che in Italia è il primo per fatturato, occupati, numero di imprese e investimenti.
L’indagine, la prima che fotografa la forza lavoro nel retail Non Food nel nostro paese, vuole promuovere migliori standard di qualità del lavoro e del benessere aziendale alla luce della sempre maggior rilevanza dei criteri ESG e degli stessi risultati economici.
Come ha sottolineato il professor Francesco Massara, docente di Marketing all’Università IULM e Coordinatore dell’Osservatorio Retail Brand Communication, l’attenzione alle persone vale, infatti, fino a 4 volte l’investimento effettuato e ha un impatto diretto e significativo sulla performance aziendale.
L’indagine evidenzia che le donne hanno punteggi superiori su tutti i fattori e KPI (relazione con il cliente, soddisfazione sul lavoro, risultati del servizio), il lavoro precario ha effetti negativi sulla qualità del lavoro, così come – anche se in misura minore – i contratti a tempo determinato, e la crescita professionale ha un ruolo positivo.
La ricerca ha anche messo in luce la rilevanza del fattore umano rispetto all’impiego di tecnologia sul pinto vendita e che la gestione dei canali in ottica omnichannel presenta margini di miglioramento.