Il Rapporto Coop 2021 racconta la nuova forma del futuro degli italiani. Ripresa veloce e ottimismo

Dall’anteprima del Rapporto Coop emerge un’Italia ottimista e in crescita, dove casa, cibo, sostenibilità e digitale diventano sempre più centrali, ma si moltiplicano anche i disagi sociali e i consumi restano al palo

Il mondo torna a crescere, con il rimbalzo più ampio di sempre dopo una crisi, e l’Italia è uno dei paesi più veloci. Una velocità che, insieme prestazioni dello sport, fanno uscire il paese dal cono d’ombra in cui è stato per 20 anni – era uno dei PIGS – e lo riportano all’attenzione della business community internazionale.

Un ‘momento Italia’ che si traduce in crescita dell’export e degli investimenti stranieri. C’è molto ottimismo nell’anteprima del Rapporto Coop presentata ieri da Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop, e realizzata con la collaborazione di Nomisma e il supporto di Nielsen, GfK, GS1 Italy, Iri, Mediobanca, Npd, Crif e TetraPak Italia.

Ma c’è anche una realtà fatta di crisi climatica, consumo delle risorse, disuguaglianze e preoccupazione per i costi in aumento delle materie prime. I dati macro-economici confermano la tendenza positiva, con il PIL in crescita del 5,8% (il 6% in chiusura d’anno), in attesa del PNNR che, se sarà utilizzato in modo corretto, potrà contribuire a portare l’Italia fuori dalle secche dell’immobilismo.

Dieci nuovi trend. Il primo elemento centrale è il nuovo ‘Think Positive‘ degli italiani (7 su 10) che genera fiducia e riduce il rancore misurato in passato, anche se c’è più severità nei confronti della politica. Aumenta la voglia di stare insieme innestata da nuovi elementi valoriali, dal benessere all’ambiente e il clima, mentre perdono importanza carriera, denaro, affermazione sociale e status fine a se stesso diventano elementi secondari. Cresce l’attenzione a scienza e innovazione in parallelo con la laicità. Un’idea di futuro positivo che ci rende più inclusivi e tra gli europei più accoglienti, forse per una più profonda scoperta di sé: oggi il 18% degli italiani dichiara di appartenere a un sesso diverso da quello biologico e si sta più volentieri a tavola con un immigrato che con un no-vax.

 

Le donne sono più consapevoli di essere la maggiore potenzialità inespressa del Paese, soprattutto per le donne stesse, un po’ meno per gli uomini. Molti si dicono pronti a cambiare abitudini per fermare il cambiamento climatico e chiedono aiuto alle imprese per farlo. Le nuove tecnologie diventano la nuova comfort zone, sebbene se ne riconoscano i lati oscuri, dai consumi energetici all’inquinamento dell’informazione,  e c’è un evidente problema nella mancanza di professionisti qualificati.

La casa, diventata spazio elettivo e non più solo di passaggio, anche dopo la pandemia mantiene il ruolo di nido, ruolo che si estende al luogo di residenza, privilegiando i centri urbani più piccoli, persino tra i più giovani con il 67% che preferisce restare a vivere in provincia.

Restano comunque le ferite della pandemia e sono profonde, si moltiplicano i disagi sociali in un paese già in difficoltà. Russo ha parlato di una “rimozione collettiva che peserà sullo sviluppo del paese” e che è visibile nei consumi che restano al palo e una crescita che si vedrà, forse, dal 2023. 

Confermata la centralità del cibo che vede alcuni fenomeni emergenti, tra cui il clima: 1 italiano su 6 si dichiara ‘climatariano’, convinto di dover adattare le proprie scelte alimentari al cambiamento climatico, portando sempre più spesso la sostenibilità nel carrello.

Ambiente e salute determinano anche il cibo del futuro: tra 10 anni per 1 su 3 ci saranno più proteine vegetali al sapore di carne, ci nutriremo di insetti e alghe e per 1 su 5 nel piatto ci sarà carne allevata il laboratorio.

Lato digitale, si stabilizza la crescita del cibo online con un significativo rallentamento rispetto all’accelerazione del 2020, frenata che non tocca il delivery e che impone al retail di rivedere le proprie priorità.

Il RapportoCoop vede anche un continuo rallentamento della marca, stretta tra la crescita di discount e Mdd, il minor appeal dei valori immateriali del brand e la velocità di piccoli produttori nell’intercettare le nuove esigenze dei consumatori.

Nel futuro di Coop Italia ci sono vendite 2021 in linea con il 2020, un miglioramento dei conti che “non sono brillanti”, ha detto il presidente Mauro Pedroni, prodotto a marchio ulteriormente potenziato nel 2022 e l’ibridazione digitale dei punti vendita “interpretata secondo il nostro DNA: non solo vendite online, ma soprattutto trasformazione del modo in cui funzionano i punti vendita e del rapporto con consumatori e soci.

“Lo scenario delineato nel Rapporto 2021 ci restituisce l’immagine di un’Italia indubbiamente trasformata dalla pandemia con aspetti positivi che incoraggiano, ma anche con segnali che rivelano ancora l’esistenza di pesanti incognite e di forti disuguaglianze”, ha commentato Maura Latini, amministratrice delegata, sottolineando “richieste di rialzo da parte dell’industria di marca” che non sempre sono giustificate e non possono essere scaricate sui consumatori.

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Il Rapporto Coop 2021 racconta la nuova forma del futuro degli italiani. Ripresa veloce e ottimismo ultima modifica: 2021-09-08T12:03:08+02:00 da Redazione

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