
Il lipstick effect, ovvero quel piccolo lusso accessibile che resiste alle peggior crisi economiche, si sta trasformando nel fenomeno dei dupe, imitazioni smaccate e dichiarate di prodotti di lusso – come la Wirkin di Walmart – che colmano il divario tra desiderare e avere.
Ne ha scritto con molti particolari anche il Financial Times, affrontando la nuova declinazione del dupe sbarcata nel mondo delle fragranze.
Una combinazione di prezzi elevati, rallentamento economico e peso specifico degli influencer sta alimentando l’interesse dei consumatori, soprattutto quelli più giovani, che cercano un po’ di lusso, ma sono a corto di denaro.
Secondo una ricerca Barclays, il 74% dei consumatori è preoccupato per l’aumento dei costi per le spese quotidiane e, costretto a tagliare il superfluo, passano alla versione più conveniente. Per questo motivo li acquista un terzo (32%) dei britannici, mentre solo il 18% dice che preferirebbe comprare prodotti di marca.
Per quanto discutibili dal punto di vista etico, i dupe rispondono a un bisogno e stanno diventando un affare per alcune start-up, per questo gli analisti invitano le aziende del settore bellezza a trovare modi innovativi per offrire convenienza e valore.
Euromonitor prevede che nel mercato delle fragranze cresceranno quelle a marchio privato.