Che i CdA spesso sembrino una copia dei club maschili d’altri tempi è un fatto che il beauty brand E.l.f. ha voluto denunciare con una campagna provocatoria, intitolata “So Many Dicks” giocando sul termine Dick, che è si un nome proprio di uomo ma anche una parola usata per indicare il pene.
Quindi l’azienda e l’agenzia Oberland hanno fatto i conti e hanno trovato che i consigli di amministrazione delle società Usa quotate alla Borsa di New York e al Nasdaq – un totale di 36.957 membri in 4.429 aziende – pullulavano di uomini di nome Richard, Rick o Dick, ben 566, così tanti da superare numericamente le donne e i gruppi di persone non bianche. Le donne nere (806) e le donne asiatiche (774) hanno superato non di tantissimo i Dick, mentre quelle ispaniche (appena 283) erano solo la metà di loro. Le donne di origine mediorientale sono appena 29, 19 volte meno dei Dick, e solo 3 sono le donne native americane.
Gli annunci che invitano a riflettere sulla scarsa diversità dei CdA sono stati pianificati nel Financial District di New York e sui canali social di E.l.f.
L’azienda contrappone a questa predominanza maschile il proprio board, composto per due terzi da donne e per un terzo da persone di diversa estrazione, e rilancia la necessità di aumentare la diversità nelle posizioni di potere chiedendo la collaborazione di altre aziende.
Secondo Tarang Amin, presidente e ceo di E.l.f. Beauty, la diversità del board dell’azienda contribuisce a stimolare la crescita del business: “Una delle cose più importanti che fa un consiglio di amministrazione diversificato è quello di portare molteplici punti di vista per prendere decisioni migliori. In e.l.f. Beauty, l’empatia fa parte del nostro modello di business perché ci avvicina alla nostra community e ai temi che stanno a cuore alle persone. Un CdA diversificato ci aiuta anche a rimanere culturalmente rilevanti tra molteplici gruppi di riferimento. Questa combinazione unica e la pluralità di pensiero che ci aiutano a promuovere l’innovazione e la domanda del brand nel settore”.
“Vogliamo normalizzare la diversità, e se per farlo occorre una pubblicità un po’ provocatoria, siamo felici di metterla su alcuni degli schermi più grandi che possiate immaginare”, aggiunge la chief marketing officer Kory Marchisotto. “L’obiettivo è invitare altri a unirsi a noi in questo percorso per avere un impatto reale e aiutare i consigli di amministrazione delle aziende a riflettere più accuratamente il mondo che ci circonda”.
E.l.f. Beauty ha anche avviato l’iniziativa “Change The Board Game” all’inizio di quest’anno, annunciando una partnership con la National Association of Corporate Directors e il suo programma di formazione per 20 donne e/o candidati ‘diverse’ per entrare a far parte dei board aziendali.