L’ultimo è Gucci che ha siglato una partnership con il sito di resale The Real Real mentre, sempre in questi giorni, anche Levi’s e Tommy Hilfiger hanno lanciato shop ‘second hand’ gestiti direttamente
Sneaker che sui siti di resale raggiungono quotazioni astronomiche non sono più una novità, in un mercato che ormai ha raggiunto un valore a nove zeri.
Secondo l’infografica diffusa dal sito di resale StockX, attivo in oltre 200 paesi, il mercato delle sneaker di seconda mano – quelle rivendute su questo canale nuove e mai indossate – sta continuando a crescere in tutto il mondo e dal valore attuale di 6 miliardi di dollari entro il 2030 raggiungerà i 30 miliardi di cui 19 generati fuori dagli Stati Uniti.
Anche la maggioranza delle transazioni fuori dagli Usa stanno crescendo a ritmo vertiginoso, con una crescita del 260% nel terzo trimestre rispetto allo spesso period dello scorso anno. Gli under 25 costituiscono il 62% degli utenti dell’app e in particolare le user donne sono cresciute del 130%.
L’analisi dei dati evidenzia anche dei trend differenti da paese a paese: in Italia i prodotti creati in collaborazione con il rapper Travis Scott valgono il 20% dell’intero mercato streetwear, una quota superiore rispetto a tutti gli altri paesi, e in particolare nel nostro paese la t-shirt Travis Scott Highest Brown realizza vendite 9 volte superiori alla media. StockX ha allargato l’offerta anche ad oggetti da collezione, borse e orologi.
Guarda l’infografica completa.
Questi numeri relativi al mercato delle sneaker, forse quello dove si registrano i fenomeni più eclatanti, rendono l’idea del valore del mercato, in cui stanno entrando sempre con più decisione anche brand del lusso: l’ultimo è Gucci che lunedì scorso ha siglato l’accordo con il sito The Real Real per lanciare un online shop di pezzi Gucci ‘pre-loved’, perché dire di seconda mano sarebbe poco chic.
Al di là della terminologia, l’intento è quello di controllare direttamente e con partner fidati un mercato sempre più interessante, che piace alla GenZ, permette di avvicinarsi ai brand del lusso a un costo più accessibile e si integra a pieno titolo nel trend dell’economia circolare. Oltre a dare una seconda vita a prodotti in sovrappiù, le due aziende si sono impegnate a piantare un albero per ogni prodotto venduto negli Usa attraverso la nonprofit One Tree Planted.
Inoltre, rispetto all’acquisto di capi e accessori Gucci nuovi, l’inventario disponibile sul sito permetterà di risparmiare 230 mq di CO2 e oltre 10 milioni di litri d’acqua.
La domanda del brand sulla piattaforma è cresciuta quest’anno del 19% e il valore dei prodotti Gucci venduti è generalmente 2,3 volte più alto della media.
Sul fronte casualwear, questa settimana anche Levi’s e Tommy Hilfiger hanno annunciato le loro sortite con canali second hand proprietari.
Il primo ha lanciato il sito Levi’s SecondHand, realizzato insieme alla startup Trove, che propone capi di seconda mano e ha aperto una campagna per ritirare jeans e giacche usati nei negozi in cambio di un coupon.
Il secondo invece ha lanciato in Olanda la nuova offerta circolare Tommy for Life, pilot che precede il lancio in Europa previsto per i prossimo anno. Anche in questo caso il brand sta invitando i clienti a rendere i prodotti firmati Tommy Hilfiger nei negozi in cambio di un voucher. Dagli abiti recuperati nasceranno tre linee chiamate Reloved, per i capi usati in ottimo stato, pronti per essere rivenduti immediatamente; Refreshed per quelli che hanno bisogno di piccole riparazioni; e Remixed per quelli inutilizzabili così come sono e sottoposti a modifiche strutturali.