Canada Goose ha annunciato di aver ottenuto la certificazione secondo il Responsible Down Standard (RDS) che garantisce il rispetto da parte del brand di sostenibilità e benessere animale. L’RDS è un programma internazionale su base volontaria che monitora la catena di custodia dei materiali certificati e assicura che gli standard di piumino RDS siano mantenuti lungo tutta la catena di fornitura.
“Siamo guidati dallo scopo di mantenere il pianeta freddo e le persone che lo abitano al caldo”, ha detto Dani Reiss, Presidente e CEO di Canada Goose. “Con l’annuncio di oggi, abbiamo raggiunto un’altra pietra miliare nel viaggio per raggiungerlo, mesi prima del previsto”.
Riconosciuto a livello globale dai consumatori e in tutta l’industria tessile, la certificazione RDS fornisce un insieme comune di aspettative e si allinea con l’obiettivo di Canada Goose di realizzare i migliori prodotti della categoria che incarnano l’innovazione sostenibile. Come membro certificato, Canada Goose continuerà a partecipare attivamente all’RDS Global Working Group, governato dal Textile Exchange, per assicurare che l’RDS continui ad evolversi e a riflettere le migliori pratiche del settore.
“Il Responsible Down Standard è uno standard globale per le migliori pratiche nella produzione di piume”, ha detto La Rhea Pepper, CEO, Textile Exchange. “L’RDS aiuta a garantire che il benessere di anatre e oche sia protetto a livello di allevamento e poi traccia il materiale lungo tutta la catena di fornitura. Siamo entusiasti di vedere Canada Goose raggiungere questo standard elevato”.
All’inizio dell’anno Canada Goose ha lanciato la purpose platform Humanature dedicata alle iniziative basate sui valori e ha stabilito degli obiettivi net zero entro il 2025. Tra questi il raggiungimento di emissioni di carbonio nette pari a zero entro il 2025; l’obiettivo che il 90% dei tessuti Canada Goose riceva l’approvazione bluesign per pratiche responsabili e sostenibili entro il 2025; e la transizione del 90% dei propri materiali verso fibre e materiali preferiti (PFM), che sono alternative sostenibili ai materiali convenzionali, entro il 2025.