È partita lo scorso sabato su numerosi impianti out of home in Israele la campagna Hidden Portraits promossa da JCDecaux Israel e IWN (Israel Women’s Network) e realizzata dall’agenzia di Amsterdam Cloudfactory con Blue Oyster Media e Adler Chomski di Tel Aviv.
Un’iniziativa volta a contestare gli atti vandalici compiuti da estremisti ultra-ortodossi sui manifesti pubblicitari con immagini di donne, da loro considerati offensivi, con il risultato che per non incorrere in danneggiamenti agenzie, aziende e concessionarie ormai rinunciano a mostrare donne sui formati di esterna, facendo di fatto sparire la loro immagine dalle città. Qui sotto alcuni esempi:
Da qui l’idea di usare una sorta di ‘cavallo di troia’ per far passare il messaggio che questa ‘guerra verso le donne’ non sia tanto diversa da quella praticata in altri paesi con mezzi diversi, dall’imposizione del velo in Iran al bando all’aborto negli Usa: manifesti che raffigurano il popolare attore Tsahi Halevi (Naor in Fauda), composto da un mosaico con i volti di tutte le donne che nell’ultimo decennio sono state ‘cancellate’.
“Abbiamo concepito Hidden Portraits come un cavallo di Troia”, spiega Julio Alvarez, direttore creativo di Cloudfactory. “A prima vista, sembra solo un ritratto di Tsahi Halevi. Ma guardando più da vicino, il cartellone rivela la sua vera natura: un ritratto composto da centinaia di ritratti – quelli delle donne che sono state vandalizzate dai cartelloni pubblicitari a Gerusalemme da estremisti ultraortodossi”.
Il messaggio che riporta il manifesto è che “Ci sono posti in Israele in cui questo è l’unico modo per presentare le donne nei luoghi pubblici”, invitando governo e forze dell’ordine a fare di più per fermare il fenomeno. Attraverso il QR code un minisito offre informazioni sul progetto mentre attraverso Google Maps si può vedere la versione femminile del poster, con il ritratto di Lucy Ahrish, giornalista e moglie di Tsahi, la cui immagine negli anni è stata cancellata numerose volte.
«La vandalizzazione di pubblicità con figure femminili è solo una parte del fenomeno dell’esclusione delle donne dalla sfera pubblica, che rappresenta una minaccia reale per le conquiste nel campo dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere in Israele» commenta Hadas Danieli Yellin, Executive Director di IWN (Israel Women Network),.
Cloudfactory e Blue Oyster Media fanno entrambe parte di by The Network, network internazionale di agenzie indipendenti fondata da Per Pedersen, scomparso all’inizio di quest’anno.
Credits:
Clients – IWN (Israel Women’s Network) and JCDecaux Israel
Creative – Cloudfactory Amsterdam
Media – Blue Oyster Isreal
Media Partner – JCDecaux Isreal
Production – Adler Chomski Tel Aviv
Tech – Bria Artificial Intelligence Ltd.
Agency Network – by The Network