Viviane Reding ha annunciato il rafforzamento della legislazione europea già esistente in materia nel 2013
Bruxelles va all’attacco contro le pubblicita’ ed il marketing ingannevoli, compresi gli annunci sleali di cui sono spesso pieni gli annuari professionali.
La vicepresidente della Commissione Europea, Viviane Reding, responsabile per la Giustizia, ha annunciato che entro il 2013 varera’ una proposta di legge per tutelare imprese, liberi professionisti e Ong dalle societa’ disoneste che utilizzano pratiche di marketing ingannevoli, come l’invio alle imprese di moduli con la richiesta di un aggiornamento, apparentemente gratuito, dei loro dati negli annuari, ma per cui viene poi fatturato un canone annuale.
Sottolineando che ”il 90% dell’ economia” e’ fatta da 23 milioni di Pmi, Reding ha annunciato il giro di vite in due passi. Il primo sarà quello di invitare i governi a coordinare le singole norme nazionali e a costituire un network per intercettare i disonesti, il secondo il varo della proposta di rafforzamento della legislazione europea esistente (la direttiva 2006/114 sulla pubblicità ingannevole e comparativa) per vietare esplicitamente pratiche di commercializzazione ingannevoli.
”Soltanto norme solide a livello di tutta l’Ue – ha detto la vicepresidente – ci permetteranno di prendere seri provvedimenti contro le truffe nei confronti delle imprese e di garantire che i colpevoli non possano nascondersi dietro le frontiere nazionali”.
Il fenomeno del marketing ingannevole ha proporzioni impressionanti. Secondo le stime della Commissione le più note società di compilazione degli annuari che mettono in atto pratiche sleali possono inviare fino a 6 milioni di moduli all’anno. Il danno economico per le truffe alle singole Pmi va dai mille ai cinquemila euro l’anno.