Le nuove disposizioni vanno a integrare il Piano d’azione per l’economia circolare presentato in marzo
Il Parlamento europeo ha votato l’adozione di una risoluzione che farà da argine all’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici con un ‘diritto alla riparazione’ di smartphone, telefoni e tablet.
Con la risoluzione (395 voti favorevoli, 94 contrari e 207 astenuti), che prevede anche un’estensione delle garanzie, il caricabatterie universale e la diffusione delle etichette ecologiche, i deputati chiedono alla Commissione Europea di rendere le riparazioni “più attraenti, sistematiche e poco costose”.
Lo chiedono da tempo anche i consumatori: secondo l’Eurobarometro, il 77% delle persone preferirebbe riparare i propri dispostivi invece che sostituirli e il 79% ritiene che i produttori dovrebbero essere obbligati per legge a facilitare la riparazione o la sostituzione di pezzi dei dispositivi elettronici.
Le nuove disposizioni vanno a integrare il Piano d’azione per l’economia circolare presentato in marzo dalla Commissione che ha l’obiettivo di aumentare il ciclo di vita dei prodotti, dare ai consumatori la possibilità di utilizzare i loro dispositivi più a lungo e aumentare il riciclo dell’elettronica di consumo: secondo dati del Guardian in Europa lo è solo il 40%, con grande spreco di minerali rari la cui estrazione è altamente inquinante.
La Risoluzione vuole anche frenare la pubblicità ingannevole auspicando l’applicazione di “criteri comuni per definire l’eco-compatibilità dei prodotti, in maniera simile a quanto avviene con la certificazione del marchio Ecolabel-UE”, in modo da diffonderne l’utilizzo e sensibilizzare i consumatori.
“È giunto il momento di utilizzare gli obiettivi del Green Deal come fondamento di un mercato unico che promuova la concezione di prodotti e servizi durevoli. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di una serie completa di regole che agevolino decisioni chiare e semplici anziché modifiche tecniche che mancano di coraggio politico e che confondono sia i consumatori che le imprese”, ha dichiarato il relatore David Cormand.