L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha reso noto di aver approvato l’individuazione di 14 mercati che compongono il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), definendo l’ambito delle attività economiche che lo compongono e che saranno ‘valorizzate’ ogni anno.
Lo scopo è “la trasparenza e la conoscibilità del mercato” per identificare eventuali “posizioni di significativo potere di mercato lesive del pluralismo nel sistema dei media”. Per esempio, se verrà rilevato che un operatore ottiene il 50% dei ricavi in uno dei mercati individuati o il 20% del SIC, allora l’Agcom è tenuta ad avviare un’istruttoria per accertare le posizioni lesive e, nel caso, adottare misure per la loro rimozione.
Il nuovo impianto è stato adeguato ripartendo le risorse destinate a sostenere il pluralismo “prevalentemente coincidenti con gli investimenti pubblicitari ma comprendenti anche la spesa degli utenti per abbonamenti, le provvidenze e il canone per il servizio pubblico”, si legge nella nota dell’Autorità, tenendo conto di come si è evoluto il settore dei media.
I mercati valorizzati annualmente sono quelli della stampa i) quotidiana nazionale e ii) locale; iii) della stampa periodica nazionale; iv) delle agenzie di stampa; v) della radio e dei servizi di media radiofonici, lineari e non lineari; vi) dei servizi di media audiovisivi nazionali, lineari e non lineari, in chiaro e vii) a pagamento; viii) quelli locali; ix) il mercato della raccolta pubblicitaria cinematografica e quello x) della raccolta pubblicitaria esterna.
L’Agcom procederà a valorizzare anche il mercato xi) delle video sharing platform; xii) dei motori di ricerca online; xiii) dei social network e xiv) dei servizi di intermediazione pubblicitaria online (ad tech), tenendo quindi conto dell’European Media Freedom Act (EMFA) con cui il legislatore europeo ha definito i servizi di media indipendentemente dalla piattaforma distributiva e delle fonti di ricavo.
Nel 2022, ultimo dato disponibile pubblicato da Agcom nel dicembre 2024, il valore economico complessivo del SIC era stato stimato in 19,4 miliardi di euro, con la Rai al primo posto e il 13,1% del totale, seguita da Alphabet/Google con l’11,3%, i gruppi Comcast/Sky e Fininvest, con il 9,9% e il 9,8%, Meta/Facebook con il 7,6%, Amazon (3,7%), Cairo Communication (3,5%), Netflix (3,2%) e Gedi (2,7%).

 
                     
                             
                             
                            



