Sono 155 le aziende che lunedì hanno firmato un documento in cui chiedono ai governi di tutto il mondo di allineare le proprie misure economiche per la ripresa dalla crisi a quelle che vogliono evitare il riscaldamento climatico.
Tema che la pandemia ha messo un po’ in un angolo, ma che non è diventato meno grave.
Le aziende, che fanno parte dell’iniziativa Science Based Targets, insieme assommano 2,4 trilioni di capitalizzazione e rappresentano 5 milioni di lavoratori, appartengono a 34 settori merceologici e hanno l’headquarter in 33 diversi paesi.
Tra queste ci sono: Accor, Adobe, AstraZeneca, Auchan, Bayer, Beiersdorf, Burberry, Capgemini, Carlsberg Group, Coca-Cola European Partners, Colgate Palmolive, Diageo, EDF Group, Electrolux, Enel, Europcar, Glovo, H&M Group, Henkel, HP, Husqvarna Group, Iberdrola, Inditex, Ikea, Mars, Nestlé, Nomad Foods, Novartis, Orange, Pearson, Pernod Ricard, Salesforce, Sanofi, Sky, Telefonica, Unilever, Vodafone, Zurich Insurance Group.
Il segretario generale dell’ONU António Guterres commenta: «Possiamo battere il virus, correggere il cambiamento climatico e creare nuovi posti di lavoro attraverso azioni che ci portino da una ‘grey economy’ a una ‘green economy’. Molte aziende ci stanno mostrando che è possibile e profittevole adottare piani sostenibili per ridurre le emissioni anche in tempi difficili come questi. Stanno dimostrando ai legislatori che la crescita ‘green’ rimane la miglior strategia di crescita».