Tutti i numeri e l’attività dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria nel 2020
L’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha pubblicato i numeri della sua attività nel 2020.
Numeri che confermano la valenza dell’Autodisciplina quale servizio a vantaggio dell’intera collettività dal momento che l’86% dei provvedimenti assunti ha riguardato temi e questioni che attengono proprio alla tutela del cittadino/consumatore. Con i 592 casi esaminati nel 2020, il numero dei casi gestiti dalla costituzione dello IAP nel 1966 ha superato i 29.500 interventi. Le segnalazioni ricevute da cittadini, associazioni e istituzioni sono state 1797.
Il Comitato di Controllo ha rilasciato 95 pareri preventivi, lo strumento che permette di verificare la conformità alle norme del Codice dei messaggi pubblicitari prima della loro diffusione. Il 51% dei pareri preventivi è stato rilasciato infatti in un giorno lavorativo.
Il settore merceologico che più frequentemente ha sottoposto la propria comunicazione al vaglio preventivo dell’Autodisciplina è stato quello degli integratori alimentari (54%).
L’attività di monitoraggio interno (74%) ha portato all’esame di 534 casi, che sono stati risolti con l’archiviazione o grazie al dialogo con gli inserzionisti (“casi risolti in via breve”). Il 75% dei casi è risultato infatti conforme alle norme del Codice, quindi archiviato, il 17% modificato dall’inserzionista su richiesta del Comitato di Controllo e una limitata parte (8%) è risultata fuori dalla giurisdizione del sistema autodisciplinare.
Nel 2020 sono state emesse 35 ingiunzioni di desistenza.
Una specifica area di tutela su cui il Comitato è intervenuto con i propri provvedimenti è la trasparenza della comunicazione commerciale (20%), dato che evidenzia l’impegno dell’Istituto affinché la pubblicità sia sempre riconoscibile come tale, anche sui social network.
Infine, nel 2020 il Comitato ha sottoposto all’esame del Giurì 7 casi.
Nel 2020 il Giurì ha emesso 23 pronunce, 16 su istanza di parte.
Il dato sui tempi di intervento, che misura l’efficienza del sistema, conferma il trend degli ultimi anni con tempi di risoluzione delle controversie nel 48% dei casi tra gli 8 e i 12 giorni liberi lavorativi e un altro 48% tra i 13 e i 15 giorni. I mezzi maggiormente coinvolti dai provvedimenti del Giurì sono stati la TV (43,6%), seguita da Internet, radio e confezioni (13% dei casi per ciascuna).
Dopo il suo esordio nel 2016 come testo di riferimento per il settore, due anni fa la Digital Chart è diventata parte integrante del Codice di Autodisciplina come Regolamento per la trasparenza nella comunicazione commerciale digitale e quindi vincolante. L’attività degli organismi autodisciplinari in quest’ambito si è sostanziata nell’esame di 251 casi, dato significativo perché si tratta di circa la metà dell’intera attività svolta nel 2020. Il 3% di questi è stato bloccato da un provvedimento del Comitato di Controllo o del Giurì per violazione del Regolamento, il 12% è stato modificato dall’inserzionista su richiesta del Comitato e il 79% è stato invece ritenuto conforme alle norme del Codice. Circa il 20% dei casi ha avuto origine da segnalazioni da parte degli utenti dei social, segno di una crescente consapevolezza da parte di tutti sul tema.