Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, commenta positivamente la svolta di Facebook: “solo un contesto di competizione paritetica tra tutti gli attori del mercato può far crescere ed evolvere il mercato della pubblicità online”
“Pensiamo che questo sia un segnale altamente positivo per il settore dell’advertising digitale”: Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, ha espresso la soddisfazione dell’associazione per l’annuncio di Facebook in merito al nuovo sistema di contabilizzazione dei ricavi pubblicitari a livello locale e non più solo nella sede internazionale di Dublino, con tutte le implicazioni anche in materia di tassazione.
“La nostra associazione si impegna fortemente per la massima trasparenza del mercato su tutti i fronti”, ha aggiunto Noseda in una nota diramata ieri. “Per quanto riguarda l’interazione reciproca tra utenti, editori online e brand investitori, sul tema della misurazione dell’audience e, non da ultimo, in ambito fiscale. Crediamo, infatti, che solo un contesto di competizione paritetica tra tutti gli attori del mercato – grandi e piccoli – possa far crescere ed evolvere il mercato della pubblicità online, con un conseguente beneficio per l’intera società. Sappiamo bene che il digitale è una leva fondamentale per la crescita del nostro Paese: ogni euro investito in pubblicità online è in grado di generare un indotto di 25 euro con effetti benefici sull’economia e sull’occupazione”, ha commentato il presidente di IAB Italia.
Più tasse nel 2019. Dopo un lungo braccio di ferro con la Commissione Europea, Facebook ha annunciato che dal 2018 i ricavi pubblicitari realizzati nei vari paesi non saranno più contabilizzati dalla sede di Dublino, ma dalla società locale e dunque saranno sottoposti alla fiscalità italiana. Le sedi dei 25 paesi ‘rilevanti’ diventeranno soggetto giuridico come già accade in Gran Bretagna dal 2016 e dove però – come nota Alessandro Garimberti sul Sole 24 Ore – non si è prodotto automaticamente un gettito per l’erario di grandi dimensioni grazie al metodo delle transazioni infragruppo che permettono di abbattere gli utili e ridurre l’impatto dell’aliquota fiscale.