Nella road map è già previsto un incontro il 17 luglio con l’industry dell’advertising per discutere anche di come togliere risorse pubblicitarie a chi pubblica online notizie false
Una road map verso un codice deontologico condiviso e la definizione di KPI per valutare il percorso nel contrasto alla disinformazione digitale: sono i temi principali del primo Forum on Disinformation multi-stakeholder organizzato dalla Commissione Europea per discutere con OTT e altri interlocutori il codice di buone pratiche concepito sulla scorta del rapporto indipendente pubblicato nel marzo scorso e per contrastare la disinformazione in vista delle elezioni di maggio 2019.
All’incontro – i cui temi sono stati anticipati da Paolo Cesarini, Head of Unit Directorate General for Communication Networks, Content and Technology e per 20 anni componente della Commissione Concorrenza, ieri nel corso del convegno organizzato a Milano dall’Associazione Walter Tobagi e dedicato alla disinformazione – prenderanno parte, tra gli altri Facebook, Twitter, Google, operatori di ad network oltre a Mozilla, Wikimedia, World Federation of Advertiser e Association for Direct and Data Driven Market e la EFJ, l’associazione che raccoglie i giornalisti europei, ma la partecipazione, ha spiegato Cesarini, “è estendibile anche ad altri”.
Nella road map è già previsto un incontro il 17 luglio con l’industry dell’advertising per discutere anche di come togliere risorse pubblicitarie a chi pubblica online notizie false, tema anche del Media Charter WFA presentato la settimana scorsa da UPA; garantire trasparenza circa i contenuti sponsorizzati, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità politica che è sì molto regolamentata offline ma per niente online; far maggiore chiarezza sul funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi; agevolare la serendepitezza, ovvero la scoperta e l’accesso a fonti di informazioni diverse nella speranza di bucare le bolle auto-riferite; dare maggiore visibilità ai contenuti di qualità; identificare e chiudere account falsi e affrontare il tema dei bot; favorire la media literacy digitale.
E Bruxelles fa un passo avanti per dare ai mezzi di informazione il modo di farsi pagare da OTT e social
Approfittando della Direttiva sul diritto d’autore, venerdì scorso il Comitato permanente dei rappresentanti degli Stati membri della Comunità Europea ha istaurato un diritto in base al quale Google e le piattaforme social dovranno remunerare di più i contenuti indicizzati degli editori, così come accade per i contenuti musicali e video. Questa nuova versione della Direttiva deve però ancora essere convalidata dai ministri degli Stati membri.