Dopo il dietrofront di Meta che ha abbandonato negli Usa il controllo da parte dei verificatori ufficiali delle notizie condivise sulla piattaforma, lo European Fact-Checking Standards Network ha pubblicato una allarmante nota in cui denuncia la riduzione degli impegni contro la disinformazione anche da parte di Google, YouTube e LinkedIn.
L’associazione riunisce 56 società di fact checker europee, tra le quali Facta.news e Pagella Politica rappresentano l’Italia. La nota della Efcsn spiega che Google, YouTube e LinkedIn hanno scelto di “non interagire più con i fact-checker”, nonostante si fossero impegnati ufficialmente all’entrata in vigore del Code of Practice on Disinformation europeo nel 2022.
Questo codice per le grandi piattaforme è rilevante nell’ambito del Digital Services Act: anche se le piattaforme aderiscono volontariamente al Codice e possono disdire alcuni impegni, esso sarà utilizzato come punto di riferimento per misurare la conformità al DSA, sia per i firmatari che per i non firmatari.
Secondo l’associazione, la decisione di Meta rischia pericolosamente di far abbassare l’asticella per altre piattaforme, indebolendo l’efficacia del Codice. Il quale, non è che abbia ottenuto in due anni tutti questi risultati: in un report del 2024, Efcsn aveva esaminato l’attuazione degli impegni precedentemente assunti dalle piattaforme trovando ampie falle, con tutte le piattaforme rimaste al di sotto delle aspettative.
Inoltre l’alternativa delle Community Notes si è dimostrata inefficace nella sua forma attuale. Lo dice una ricerca che ha esaminato l’effetto dell’introduzione delle Community Notes da parte di X osservando non ne ha avuto alcuno sui tweet fuorvianti, un po’ per la lentezza con cui le note vengono redatte e un po’ perché esse fanno emergere altri problemi “legati alla loro tendenza al ragionamento politicamente motivato”.
Un’altra indagine condotta da Science Feedback, membro dell’Efcsn, ha notato che le notizie contrassegnate come false o fuorvianti e segnalate a X dai fact-checker sono rimaste dov’erano, dimostrando l’inadeguatezza dell’approccio.