L’ampiezza del fenomeno e le sue cause sono l’argomento da cui parte il report di Volvo ‘The rise of conscious design: a report about tomorrow’s materials’.
Quello delle alternative sostenibili non è un trend limitato al cibo, con surrogati vegetali o da colture cellulari di carne, pesce e ora anche caffè, o all’abbigliamento, con ormai innumerevoli casi di brand di lusso o meno che sperimentano e commercializzano capi fatti con materiali innovativi, riciclati o rigenerati.
Anche l’automotive ha iniziato a muoversi su questo terreno, oggetto di un nuovo studio commissionato da Volvo ai trendwatcher di The Future Laboratory in occasione dell’annuncio che la casa automobilistica lancerà una linea completamente nuova di auto solo elettriche ed entro il 2030 intende fornire solo auto elettriche al 100%, prive di parti in pelle, prima delle quali è la C40 Recharge.
L’ampiezza del fenomeno e le sue cause sono l’argomento da cui parte il report ‘The rise of conscious design: a report about tomorrow’s materials’.
Tra i dati che supportano l’emergere del design consapevole The Future Laboratory riporta che due terzi dei consumatori ritengono che le politiche ambientali di un marchio siano un aspetto fondamentale ai fini della decisione di acquisto dei prodotti di lusso (Vogue Business Index, Winter 2020). Altrettanti gradirebbero che i prodotti riportassero l’etichetta ambientale di prodotto al fine di fornire una maggiore trasparenza sull’impatto ambientale dei prodotti e dei materiali (The Carbon Trust, 2020 YouGov Survey).
Accanto alle ricerche, il report contiene le opinioni di personalità attive in diversi settori merceologici come Claire Bergkamp, COO di The Textile Exchange ed ex direttore mondiale per la sostenibilità e l’innovazione di Stella McCartney; Wen Zhou, CEO di 3.1 Phillip Lim; Leonardi Bonnani, fondatore e CEO di Sourcemap e Xu Gang, co-fondatore di Bentu Design.
Luxtainability è la naturale conseguenza dell’accresciuta consapevolezza e sensibilità dei consumatori riguardo lo sfruttamento delle risorse naturali e alla necessità di preservarle. L’approdo di sostenibilità, rigenerazione e circolarità nel mondo del lusso, unito al cambiamento epocale portato nel settore dalla pandemia, hanno portato i brand del lusso ad agire: Chanel ha avviato una collaborazione con l’Università di Cambridge focalizzata sull’innovazione sostenibile, LVMH ha lanciato la piattaforma Nona Source per rivedere stock inutilizzati e, sulle orme di Burberry, Gucci e Versace, l’ultima è la holding Kering i cui brand non proporranno più capi e dettagli in pelliccia.
«Esiste una correlazione naturale tra lusso e sostenibilità, e continuerà a crescere. Il lusso è fortemente legato alle nozioni di durabilità, riparazione, longevità e risorse naturali. Sempre di più, stiamo anche vedendo legami tra conservazione e lusso, accanto a circolarità e rigenerazione in forte crescita» dice Carole Collet, professore di design sostenibile alla Central Saint Martin.
“Abbiamo una chiara visione dell’orientamento da seguire per il futuro e il primo passo consiste nell’utilizzare materiali sostenibili, naturali e riciclati”, ha dichiarato Robin Page, responsabile per il design presso Volvo Cars. “La sfida successiva consiste nel cambiare ciò che facciamo con questi materiali, sia che si tratti di realizzare parti di automobili che durino per sempre, che rientrino nell’economia circolare o che ritornino alla terra”.
Tra questi c’è un nuovo materiale per interni chiamato Nordico, ideato da Volvo con fibre ricavate da materiale riciclato, come le bottiglie in PET, materiale bio-attribuito proveniente da foreste sostenibili in Svezia e Finlandia e tappi di sughero riciclati dal settore vinicolo, che verrà utilizzato nella prossima generazione di auto insieme a varianti di rivestimenti in misto lana prodotti da fornitori con certificazione di approvvigionamento responsabile.