Il mercato vale quasi 2 miliardi di euro e produce nuovi servizi
Quasi metà del parco auto circolante in Italia è connesso: 18,4 milioni di veicoli che hanno a bordo soluzioni diverse, dai box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida ai sistemi per l’infotainment.
Un mercato che nel 2021, secondo l’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, valeva 1,28 miliardi di euro cui si aggiungono 640 milioni per i sistemi di assistenza al guidatore, in crescita dell’8% rispetto al 2020. La crescita è trainata da auto nativamente connesse tramite SIM (il 19% del totale, +10%), mentre le soluzioni più diffuse (54% del totale, +4%) sono quelle con finalità assicurative.
Parallelamente, segnala l’Osservatorio, prosegue il processo di maturazione dell’offerta, con sempre più aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dai veicoli, grazie a cui integrare l’offerta con servizi di valore. I servizi sono infatti in crescita del 18% rispetto al 2020 e valgono 400 milioni di euro.
Oggi il 52% dei consumatori italiani in possesso di un’auto smart dispone anche di servizi associati alla connettività – i più diffusi sono i servizi di infotainment (20%), gli assistenti vocali (19%) e i sistemi di assistenza durante la guida (16%) – e tra coloro che intendono acquistare un’auto connessa in futuro il 75% è disposto a pagare un prezzo aggiuntivo per funzioni smart.
“La disponibilità di dati e la maturazione dell’offerta di servizi apre nuove prospettive per la connected car, afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio, sottolineando le potenzialità di nuovi business.