Ricordate la polpetta di mammut che l’anno scorso aveva fatto notizia in tutto il mondo grazie a una campagna di Wunderman Thompson (oggi VML)? L’azienda che l’aveva prodotta, l’australiana Vow, è tornata alla carica con una novità, il primo foie gras coltivato in laboratorio.
Battezzato Forged Gras, è stato prodotto a partire da cellule di quaglia giapponese, senza alcun intervento animale, eliminando quindi i problemi etici indotti dalle pratiche di produzione del vero foie gras, che ne fanno un alimento quantomeno discutibile, se non proprio bandito da un numero crescente di mercati e insegne della distribuzione. Senza parlare del suo costo, tutt’altro che economico.
Il prodotto – che restituisce il profilo aromatico tipico della quaglia giapponese e la consistenza del fegato grasso vero – è stato presentato e servito Hong Kong, che insieme a Singapore è uno dei pochi mercati dove si può mangiare la carne coltivata in laboratorio.
Per celebrare il lancio di Forged Gras, Vow ha infatti chiamato lo chef Masa Takayama del Bar Masa/Masa NYC, chiedendogli di creare un menu straordinario e mai visto prima con i prodotti Vow.
“Il lancio di Forged Gras prosegue la nostra missione di portare cibi rari o mai visti prima a milioni di persone, ma lo fa in un modo che punta a innovare, non a imitare. Stimolando l’immaginazione culinaria, miriamo a creare qualcosa di completamente nuovo, non vincolato dalla tradizione” ha dichiarato George Peppou, ceo di Vow, indicando le dimensioni di un mercato colossale, alla faccia della presidente del consiglio italiana che al G20 ha ribadito suo no alla carne coltivata.
Recentemente Vow ha condotto un sondaggio su 1.000 consumatori americani di carne, secondo il quale solo l’8% ha assaggiato il foie gras, indicando la scarsa disponibilità come una delle principali barriere. Inoltre solo il 5% di coloro che non hanno provato il foie gras cita questioni etiche come motivo per non assaggiare questo cibo (Talker Research/OnePoll, ottobre 2024).