Il fenomeno più importante è del ‘trafilato a bronzo’, quello del momento la lievitazione ‘lenta-naturale-lunga’, mentre la performance più brillante è messa a segno dal claim ‘non filtrato’
Le tecniche di produzione entrano a pieno titolo nelle etichette, anche se solo il 3% dei prodotti di largo consumo monitorati dall’Osservatorio Immagino segnala sulla confezione come è stato prodotto.
Ma la tendenza è segnata e sta portando in bella vista anche nuovi attributi vincenti. Claim come ‘lievitazione naturale’, ‘non filtrato’, ‘trafilato a bronzo’ ricorrono sempre più spesso sulle etichette dei prodotti alimentari venduti nella distribuzione moderna.
Il fenomeno è stato misurato dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di Nielsen e GS1: in tutto, sono 2.138 i prodotti che riportano sul packaging le tecniche di produzione sviluppando nel 2018 oltre 645 milioni di euro di vendite nei supermercati e negli ipermercati italiani, con una crescita del +6,4% rispetto all’anno precedente. L’espansione del mercato è trainata sia da offerta (+5,2%) che da domanda (+1,2%) rispetto al 2017.
Otto claim sono particolarmente significativi, secondo l’Osservatorio Immagino: il più importante, per diffusione e giro d’affari, è ‘trafilato a bronzo’ con 824 referenze di pasta che lo segnalano in etichetta e il cui giro d’affari nel 2018 è aumentato del +5,9%.
Il fenomeno del momento è la ‘lievitazione’ in differenti varianti: ‘lenta’, ‘naturale’ e ‘lunga’ caratterizzano 288 prodotti, con un aumento dell’offerta del +5% e una crescita della domanda del +2,9%, e un aumento complessivo del +7,9% del giro d’affari a quota 130 milioni di euro.
Ma la performance più brillante del 2018 è quella del claim ‘non filtrato’ il cui giro d’affari, rispetto ai 12 mesi precedenti, è cresciuto del +47,4% per i 90 prodotti che lo segnalano in etichetta.
Si tratta di un mercato ancora limitato (vale circa 75 milioni di euro), ma dinamico, dominato dalla birra ‘non filtrata’ che contribuisce per circa il 53% al giro d’affari ed è la vera artefice dello sviluppo di questo segmento di mercato. Positivo il bilancio per i 210 prodotti presentati come ‘lavorati a mano’ (88 milioni di euro, +3,4% sul 2017) e i 523 definiti ‘artigianali’ (85 milioni, +2,5%), stabile quello del metodo di lavorazione ‘essiccato’ che non vede aumentare le vendite ferme a 10 milioni nonostante l’aumento dell’offerta del +6,1%.
Negativo invece il trend per i claim ‘estratto a freddo’ – presente su 203 confezioni di olio EVO – con 130 milioni di vendite, in calo del -5,3% sull’anno precedente, e ‘affumicato’ che ha perso il 3,4% di fatturato arretrando a 24 milioni di euro.
Intanto, si affacciano nuovi claim: l’Osservatorio Immagino li ha intercettati, anche se hanno ancora piccoli numeri, e li segnala come fenomeni ad alto potenziale: sono i claim ‘gourmet’, ‘rustico’, ‘non raffinato’ e ‘non fritto’.