Si allunga anche negli USA la lista dei brand in fuga da Google. Anche Eric Schmidt ammette che per il momento non si può garantire sicurezza totale

Dal Regno Unito, dove oltre 250 brand hanno preso provvedimenti, la questione brand safety si sta estendendo agli USA con una lista sempre più lunga di aziende che stanno ritirando la pubblicità da YouTube e dai siti che la distribuiscono attraverso le piattaforme di Google.

PepsiCo, Walmart, Dish Network hanno sospeso tutte le pianificazioni tranne il search, FX Network, Beam Suntory, Starbucks e GM si aggiungono a JP Morgan Chase & Co., Johnson & Johnson, Lyft, Verizon e AT&T che hanno sospeso quelle su YouTube.

Nonostante Big G abbia annunciato di aver intrapreso una serie di contromisure per evitare che le pubblicità finiscano in video o siti offensivi o che inneggiano alla violenza, venerdì l’Association of National Advertisers (ANA) si è pronunciata sulla necessità che Google, insieme ad altre piattaforme digitali, soddisfino la domanda di sicurezza da parte degli inserzionisti. Ironicamente, riferendosi al manifesto aziendale di Google ‘Don’t be evil’, il ceo dell’associazione Bob Liodice ha detto che la principale priorità deve essere ‘to do no harm’, non far del male e che la decisione di alcuni membri di sospendere le pianificazioni su Google è ‘razionale, appropriata e garantita’.

Lo stesso Eric Schmidt, chairman di Alphabet, ha detto giovedì scorso in un’intervista a Fox Business Network che l’azienda al momento non è in grado di garantire che la pubblicità appaia accanto a qualcosa che le aziende ritengono inappropriato, ma è molto vicina a farlo. Il motivo è che alcuni riescono ad aggirare l’algoritmo che abbina le pubblicità ai contenuti, ma grazie a policy più ristrette e controlli manuali entro breve il problema dovrebbe essere risolto.

Si allunga anche negli USA la lista dei brand in fuga da Google. Anche Eric Schmidt ammette che per il momento non si può garantire sicurezza totale ultima modifica: 2017-03-27T13:03:28+02:00 da Redazione

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