Il magazine di architettura diretto da Francesco Dal Co è in edicola con una nuova veste
Casabella, il magazine di architettura del Gruppo Mondadori, si rinnova nella forma e nei contenuti.
“Dal 1996 la grafica di Casabella è stata aggiornata in diverse occasioni”, spiega il direttore Francesco Dal Co. “Trascorsi vent’anni abbiamo deciso di rinnovarla in maniera più sensibile di quanto fatto in passato. Ma riprogettare la grafica senza adeguare i contenuti non avrebbe avuto molto senso. Il numero ora tra le mani dei lettori ci auguriamo renda evidente in quale direzione abbiamo deciso di muoverci. Soltanto una sezione della rivista è rimasta sostanzialmente immutata. Si tratta delle pagine dedicate alla presentazione e alla discussione dei libri, sino ad ora introdotte da una celebre fotografia di un grande architetto che fu anche un assiduo lettore, Ludwig Mies van der Rohe. Al posto di questa fotografia, i lettori troveranno d’ora in poi una accorata esortazione alla lettura scritta all’inizio del 1500 da uno dei maggiori editori di ogni tempo, Aldo Manuzio, oggi come allora sorprendentemente attuale”, conclude il direttore.
Cambiano, invece, le altre parti della rivista a iniziare dalle prime pagine, il cui fine di informare i professionisti su quanto l’industria mette a loro disposizione e su quanto accade nel mondo della professione, verrà progressivamente affinato per offrire un servizio efficace e criticamente orientato.
A mutare saranno poi anche le pagine interne con lo scopo di fare di Casabella una rivista, sempre attenta alla grafica e alla scrittura e con un’attenzione ancor più accentuata al modo in cui le opere di architettura prendono forma, ai disegni e alle tavole di progetto. Cura ancor maggiore anche per gli accostamenti e la qualità delle immagini, oltre a un lavoro critico più serrato, per essere all’altezza delle curiosità dei lettori.
Oltre che all’attualità, nuove attenzioni sono dedicate alla storia, perché “senza il confronto con la storia progettare un’attività monca: un debole esercizio svolto in uno stato di illusoria leggerezza, così come è illusorio occuparsi dell’attualità evitando il contraddittorio con il passato”, spiega il direttore Dal Co.